Più controlli nei cantieri e un giro di vite sulla filiera degli appalti per “far emergere comportamenti illegali mimetizzati da operazioni apparentemente trasparenti” . Sono gli interventi decisi dal comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica per fronteggiare il rischio di infiltrazioni mafiose nella ricostruzione post terremoto.
“Dalla riunione è emersa la comune convinzione che occorre rafforzare le sinergie istituzionali già in atto tra gli organismi di polizia e la magistratura inquirente – spiega una nota del comitato presieduto dal prefetto di Modena, Michele di Bari, e allargato alla partecipazione del procuratore della Repubblica di Modena, Vito Zincani e del sostituto procuratore distrettuale Antimafia, Francesco Caleca. L’obiettivo è “puntare sullo sviluppo delle analisi volte a definire gli ambiti sui quali principalmente si appunta l’attenzione dei sodalizi criminali, allo scopo di prevenire ulteriori tentativi di radicamento nel tessuto economico e produttivo del territorio”.
La Prefettura di Modena oltre 4.000 istanze di iscrizione alla ‘white list’, e circa 1.500 sono state già concluse. Nel frattempo, sono stati più di 200 i cantieri visitati dalla Guardia di Finanza.
Ma non ci si deve fermare. Anzi “in considerazione dell’imponente attività edilizia che è in fase di avvio con l’erogazione dei contributi statali per la ricostruzione – prosegue la nota – è stata condivisa l’esigenza di mantenere alta l’attenzione. Per i controlli saranno usate anche tecnologie avanzate e ci sarà il monitoraggio di tutti gli eventi spia, quei fattori cioè che possono rappresentare sintomo di dinamiche mafiose in itinere, e una azione congiunta mirata ad accrescere, tra gli operatori economici ed i rappresentanti istituzionali, la sensibilità verso il problema”.