Riceviamo e pubblichiamo:
Buon giorno ragazzi delle squadre di calcio di Motta e Disvetro che hanno disputato la partita “truccata” del Torneo dei Quartieri di Cavezzo 2018.
Ho sessantadue anni e ho visto la prima partita del Torneo dei Quartieri di Cavezzo probabilmente quando voi non avevate nemmeno i calzoncini corti.
Abito a Cavezzo da sempre e non faccio parte di nessun gruppo <ultra’> calcistico o di altra natura. In tanti anni, gli “anticorpi” che mi sono costruito nel tempo non stanno riuscendo a proteggermi dalla sofferenza e dall’imbarazzo che ho provato ascoltando su you tube il file che vi riguarda e riferito alla partita truccata che avete disputato qualche giorno fa. Non solo: vedendo pure quello che sta accadendo ora nella parte finale di questo “brutto” torneo calcistico dei quartieri di Cavezzo 2018.
Non farò troppi giri di parole, e avendoci riflettuto un po’, ascoltato più volte la registrazione che gira sui social, le vostre battute ridicole e irrispettose, e avendo ripensato alle dichiarazioni di alcuni concittadini di Cavezzo, mi è venuto un atroce dubbio.
Sono certo che si tratti di un’assurdità, di una goliardata …. Sarà di sicuro la solita menata complottista, dietrologica e vittimistica del tifoso locale medio e mi piange il cuore solamente pensarla, figurarsi esternarla. Però, ragazzi miei, io sento di dovermi togliere questo peso e quindi, assumendomi tutte le responsabilità di quella che, comunque, è solo una semplice domanda, vi chiedo: VOI VOLETE ALMENO SCUSARVI PUBBLICAMENTE CON IL PAESE?
Purtroppo, ho la pessima sensazione che sia le due squadre in questione, sia i diversi suoi componenti non ci pensino granchè. Quello che vorrei tanto è che una delegazione dei calciatori delle due squadre avesse un incontro pacifico con i cittadini di Cavezzo o, meglio, con le sue istituzioni: ad esempio il Consiglio Comunale dove sono stati eletti i nostri rapppresentanti e che dà il patrocinio al torneo. Vorrei che guardando quei cittadini e quegli amministratori negli occhi, da uomini veri, con la massima sincerità, deste loro una risposta.
Che vi dispiace per quanto è stato fatto e che d’ora in poi affronterete le partite future come fossero finali di Champions League, mangiando l’erba del campo, uscendo dal rettangolo di gioco con la maglia del quartiere, che avete l’onore di indossare, pregna di sudore, consapevoli di aver dato e fatto tutto il possibile, a prescindere dal risultato ottenuto.
È probabile che anche noi cittadini di questo piccolo paese, insieme ai nostri amministratori pubblici, abbiamo commesso qualche errore. Sono però convinto che ci meritiamo pienamente di conoscere la verità su tutto quello che è successo e ci vengano fornite scuse pubbliche e formali. Noi cittadini e sportivi che guardiamo le partite in televisione siamo fatti così, c’è poco da fare. Spesso ci tiriamo indietro. Ma guai a farci incazzare, diversamente non solo mugugniamo, ma facciamo pure qualche casino!
Si partecipa a un gioco che ha delle regole, se si dimostra di non essere all’altezza della situazione è giusto pagarne le conseguenze. Ci mancherebbe.
Il problema, cari ragazzi, è che ad essere vergognoso è pure il MODO in cui avete inteso giocare la partita incriminata partendo dal risultato, modo che personalmente ritengo del tutto inaccettabile e che, purtroppo, mi ha portato a fare i bruttissimi (e mi auguro privi di fondamento) pensieri di cui sopra. Se pensate di non essere in grado di fronteggiare con il giusto piglio le partite di calcio ditelo e fatevi da parte.
In uno scenario “limite” molto meglio vedere in campo dei ragazzini “Primavera” dare tutto il possibile, magari perdendo, ma con onore e dignità, piuttosto che una banda male assortita di gente a cui non importa nulla dell’etica sportiva e della lealtà e che, a questo punto, farebbe davvero bene a sparire dalla circolazione potendosi finalmente dedicare a tempo pieno a giocare con la Playstation o alle festicciole a base di salsicce, specialità culinaria in cui eccelle –pare- qualcuno di voi.
Infine, mi pare che alcuni giocatori non abbiano capito per niente la gravità di quanto hanno fatto. Magari, ecco, un profondo esame di coscienza, da parte vostra, gioverebbe.
Cordialmente,
Antonio Turco
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