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Terremotati, non c’è pace: tasse arretrate da pagare entro il 30 giugno

da | Giu 4, 2014 | Ultime news | 0 commenti

Rabbia, incredulità, amarezza: sono i sentimenti che assalgono gli imprenditori della Bassa che in questi giorni si vedono recapitare dalla banca la richiesta di decine di migliaia di euro da pagare, tassativamente, entro il 30 giugno.

Di che si tratta? Della prima tranche delle tasse arretrare relative a 2011 e a 2012 che erano state sospese per il terremoto. E che tutti pensavano si sarebbero dovute rimborsare l’anno prossimo e che invece – si scopre a sorpresa – vanno pagate a partire dal 30 giugno.

Una richiesta improvvisa che ha colto di sorpresa molti: si aspettava una interpretazione della norma di proroga di due anni della sospensione delle tasse che era stata decisa dal Parlamento a febbraio (leggi l’articolo) nel senso di dover cominciare a pagare nel 2015, sembrava acclarato. Invece no: oggi, a pochi giorni dalla scadenza e mentre ci si prepara a pagare le imposte di quest’anno, è arrivata la richiesta sulle tasse arretrate.

2014-06-03 17.53.16E mentre a Roma i parlamentari già nei giorni scorsi si impegnavano sul tema ed è stata calendarizzata una discussione lunedì, la lettera della banca (ve ne mostriamo un esempio a sinistra), non lascia adito a interpretazioni: questi soldi vanno pagati entro il 30 giugno. Si tratta di cifre alte, da un minimo di 20 mila fino a 100-150 mila euro e oltre, e che rappresentano solo la prima tranche del rimborso che si andrà ad esaurire solo a fine 2017. Da adesso ogni sei mesi gli imprenditori terremotati che avevano usufruito dello sconto su tasse e contributi dovranno pagare. In contemporanea, naturalmente, dovranno anche pagare le tasse correnti.

E la cosa più assurda, e che fa arrabbiare tanti, è che si tratta di persone che al momento non ha ricevuto se non pochi euro di rimborso danni dallo Stato per i danni del terremoto. Gente, insomma, che la ricostruzione e il riavvio dell’attività se l’è pagato da solo, con soldi propri, già all’indomani del disastro.

E che adesso invece di essere aiutata come meriterebbe, col buon senso, e non certo con favori e regalie, si ritrova nuovamente schiaffeggiata moralmente con questa richiesta di denaro. Tanto, e subito.

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