Le Associazioni delle imprese – Cna, Confesercenti, Confcommercio Fam, Confindustria, Confartigianato Lapam, Cia, Coldiretti, Confagricoltori, Confcooperative, Legacoop – assieme ai sindaci di tutti i comuni modenesi del cosiddette cratere allargato, da Nonantola a Novi (Mirandola, Camposanto, San Felice, Finale Emilia, Medolla, Cavezzo, San Prospero, San Possidonio, Concordia, Carpi, Soliera, Novi, Nonantola, Bomporto, Campogalliano, Bastiglia, Ravarino, San Cesario, Castelfranco) hanno preso carta e penna e hanno scritto al premier Renzi e ai parlamentari modenesi per cercare di sanare quel vizio formale che costringerebbe le imprese a pagare entro il 30 giugno 2014 la prima rata del finanziamento per imposte e contributi sospesi a causa del sisma.
Una richiesta motivata dalle difficoltà in cui versano le imprese: pochissime, infatti, sono quelle che a oggi hanno potuto beneficiare dei contributi (meno del 20% delle 512 procedure chiuse, contro le 4500 domande sfinge presentate o prenotate). In altre parole, la ripresa è stata finanziata soprattutto da risorse private, con le conseguenti difficoltà finanziarie per le aziende.
Le imprese, che da otto mesi hanno ricominciato a versare le imposte e i contributi, sono in gravi difficoltà – si legge in una nota -proprio perché le risorse finanziarie sono servite per il ripristino dell’attività produttiva. Ecco perché le imprese sono impossibilitate a ripagare le rate dei 16 mesi in cui imposte e contributi sono stati sospesi. Una situazione che si protrarrà ancora per diversi anni: le complessità burocratiche, il protrarsi dei tempi tecnici di professionisti e uffici coinvolti inevitabilmente posticiperà al 2015 la liquidazione di gran parte dei contributi.
Un territorio, che a distanza di due anni dal sisma, non ha ancora ottenuto gli indennizzi previsti non può sopportare un carico fiscale maggiorato del 50% (le modalità di rimborso di imposte e contributi non pagati per 16 mesi da rimborsare in 3 anni, fanno si che annualmente si debba versare circa il 50% in più oltre alle normali imposte – già di per sé elevate- di quell’anno!)
Da queste considerazioni, a prescindere dalla discussione ora in corso nelle diverse commissioni, nasce la richiesta per uno slittamento al 30 giugno 2016 della prima rata e per una dilazione di almeno 5 anni per il pagamento del montante di imposte e contributi sospesi nei 16 mesi successivi al sisma del maggio 2012.
I comuni e le associazioni chiedono inoltre ad ABI e agli istituti di credito maggiore collaborazione, che in quest’occasione non si è manifestata. Sarebbe, infatti, bastato, una volta conosciuta l’interpretazione del Ministero che anticipava la scadenza del rimborso al 340 giugno 2014, avvisare immediatamente Regione, Enti locali e Associazioni di categoria per guadagnare prezioso tempo in più per cercare di porre rimedio a questa palese ingiustizia ai danni della comunità economica locale.