“L’acqua ha invaso tutto, ma questi oggetti sono la nostra voglia di ripartire”. Sembrano dire questo i 34 volti degli alluvionati fissati negli scatti di Stefano Puviani, il fotografo che ha trasformato un paese andato sott’acqua in set. Ritratti con l’oggetto che non hanno buttato nonostante il fango, nessuno di loro sorride, eppure il messaggio finale è di grande ottimismo. Sarà il cortile d’onore del Palazzo Ducale di Modena a ospitare “Questo no!”, promossa dal gruppo culturale Porte Vinciane. Più che una mostra, un percorso emozionale che sarà inaugurato sabato 21 giugno: alle ore 11 la cerimonia d’apertura con taglio del nastro con le autorità, primo tour della mostra e a seguire aperitivo a cura di pasticceria Cometa e cantina Divinja servito negli appartamenti di Stato. Nel giorno del suo debutto, “Questo no” si potrà visitare tutti i giorni dalle ore 10-12 e 17-20.
Con il patrocinio di regione Emilia-Romagna, Provincia di Modena, Comune di Bomporto, Comune di Bastiglia e in collaborazione Accademia Militare, Esercito.
“Terre Forti” è invece il titolo del foto-libro (Arbe Editoriale) che raccoglie i pensieri degli alluvionati e le istantanee di 21 fotografi. Sarà acquistabile durante tutta la giornata di sabato (18 euro) ed è già alla seconda ristampa perché le prime 1.000 copie sono andate a ruba in una settimana. In occasione dell’inaugurazione della mostra, Ermanno Casari e Sara Gozzi, attori professionisti, daranno voce a frasi, ricordi, riflessioni riportate nel foto-libro. I fondi che saranno raccolti dalle iniziative di Porte Vinciani saranno devoluti ai commercianti alluvionati.
“Abbiamo lavorato, da non professionisti, su progetti di cui non avevamo idea. Grazie al supporto di partner tecnici come Eidos (allestimenti, ndr) non saremmo riusciti a portarli a termine. Ci hanno supportato in tutto. Ci siamo arrivati in fondo e speriamo di ottenere così un risultato per la comunità” spiega il gruppo culturale. “L’idea della mostra fotografica è nata da Manuela Cavallari che mentre recuperava l’irrecuperabile, ha raccolto la prima ecografia della sua bimba e ha pensato “no questa non la butto” e ha portato l’esperienza alle altre Porte Vinciane. Hanno pensato che tante persone potevano aver avuto le stesse impressioni. Ed ecco la serie di flash di persone ritratte con l’oggetto salvato dal dramma”.
L’ALLUVIONE DIVENTATA SET
Dal fango ci si rialza e si ricomincia. Stefano Puviani ha trasformato i locali rovinati dall’alluvione in un set. E così ogni segno lasciato dall’acqua e dal fango diventa un particolare da osservare, come i volti delle persone che ritrae e la storia dell’oggetto che hanno vicino a sé. «Non ho vissuto l’alluvione. Vivo a Formigine, a 30 km dalle zone colpite. Mi ha chiamato mia sorella Patrizia da Bastiglia. Ho cominciato a fare qualche scatto. Li ho condivisi su Facebook per mostrare ciò che era successo, sono stato contattato dal gruppo “Porte vinciane”. Da lì è nato tutto. Amo documentare. Questa gente è tosta: domani si rialza, e riparte».
MANUELA CAVALLARI E L’IDEA “QUESTO NO”- “Il giorno del rientro in casa eravamo tutti fuori a pulire e buttare le cose andate sott’acqua. Stavo smistando tutti i documenti zuppi d’acqua, era quasi tutto da buttare…. Ma quando sono arrivata ai documenti della gravidanza e all’ecografia di mia figlia mi sono detta “no questo, non lo butto!!”. Da qui è nata l’idea degli scatti fotografici.
LISA ZERBINI – “L’abito da sposa. Era tutto infangato e aveva perso il suo bianco candido, ma il bustino con perline di Swarovski non sono proprio riuscita a buttarlo via. In garage avevo tutti vestitini di Emma. Ho tenuto anche quelli perché sono di buon auspicio per un’amica che da tempo vuole avere un bimbo ma non riesce. Buttare i vestitini avrebbe voluto dire non sperare più che questo bimbo arrivi”.
SABINA CIELO – Su una sedia ha messo il porta caramelle della nonna Lucinda, in ceramica. “Ho salvato quello e la zuppiera. Tutto qui. L’acqua saliva, mi sono seduta sulle scale. Non sapevamo più dove mettere la roba”.
IL GRUPPO CULTURALE PORTE VINCIANE
Il gruppo culturale Porte Vinciane è nato dall’intraprendenza di alcuni cittadini di Bomporto che hanno deciso di unire le forze, pochi giorni dopo l’alluvione, per promuovere iniziative culturali che possano aiutare quest’area di Modena a rialzarsi. “Ci siamo attivati subito e costituiti in un gruppo perché convinti che anche la cultura fa il suo dovere nel percorso di recupero di una comunità colpita duramente da un evento grave come un’esondazione” spiegano i ragazzi del gruppo. Cresciuti sulle sponde del fiume, sono diventati “Porte Vinciane” come le paratie che da sempre vigilano le acque del Panaro, che passa da Bomporto. Ora le loro iniziative stanno sostenendo lavori e progetti nuovi legati alle attività commerciali di Bastiglia e Bomporto che devono ripartire.