Dopo ripetuti episodi di aggressione, ha avuto il coraggio di denunciare il marito e allontanarsi da lui assieme al figlio di un anno. La signora si è rivolta ai Servizi Sociali del territorio che, assieme al Servizio Tutela Minori, l’hanno accolta e accompagnata nella sua scelta di denunciare il reato, lasciare la casa e chiedere la separazione.
E’ la storia di una donna di Mirandola che ha trovato il coraggio di denunciare. Ecco cosa è accaduto dopo che ha presentato la denunciaa e chiesto la separazione
Per lei il Comune di Mirandola si è rivolto alla Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati. Le assistenti sociali, insieme alla signora e alla Casa delle Donne contro la violenza di Modena (che ha immediatamente accolto e messo in protezione la vittima e il figlio minore) hanno redatto un “progetto di autonomia” che, una volta sottoposto al vaglio dei garanti della Fondazione, ha ottenuto un contributo di 8 mila euro.
Così nei giorni scorsi la già Assessora alle Pari Opportunità Anna Martinelli, la responsabile dei Servizi Sociali Gloria Bulgarelli, l’assistente sociale Maria Chiara Mantovani, assieme alla signora e alla rappresentante della Casa delle Donne di Modena, si sono recati a Bologna, sede della Fondazione, per ritirare l’assegno a favore della vittima.
La direttrice della Fondazione, Lucia Biavati, si è congratulata per il progetto presentato e ha illustrato le azioni e la volontà della Regione Emilia Romagna, che è rimasta l’unica Regione in Italia ad aver mantenuto un impegno così forte nei confronti delle vittime dei reati, che spesso si trovano a dover subire dopo il reato anche l’isolamento che si viene a creare in seguito alla denuncia, fornendo un piccolo aiuto per un progetto di ripartenza.
La già assessora Martinelli ha «ringraziato, a nome dell’amministrazione comunale, la Fondazione per l’impegno profuso nella lotta alla violenza di genere. Le risorse messe a disposizione della Fondazione sono di fondamentale importanza per finanziare progetti di recupero e inserimento nel mondo del lavoro delle donne maltrattate che hanno avuto il coraggio di denunciare la violenza subita. Il reperimento delle risorse finanziarie è sempre un problema e grazie all’impegno ed alla sensibilità di enti come la Fondazione Zavoli le donne vittime della violenza possono impegnarsi nel percorso che le porterà verso l’autonomia e l’indipendenza economica. Il miglior risultato dell’elargizione messa a disposizione dalla Fondazione è stata la felicità della donna beneficiaria del contributo, che ha pianto di gioia pensando al suo futuro libera da un uomo che la picchiava e teneva in una condizione di dipendenza totale. Spero che in futuro altre donne potranno intraprendere questo percorso con risultati analoghi».
La Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati, presieduta da Sergio Zavoli e diretta da Lucia Biavati, ha sede a Bologna e dal 2004 si occupa di fornire sostegno economico e assistenza a chi ha subito un reato grave: dalla violenza sessuale alle aggressioni, dai maltrattamenti allo stalking, fino agli omicidi. Soci fondatori sono la Regione, le Province e i Comuni capoluogo.
La responsabile dei Servizi Sociali del Comune di Mirandola ha aggiunto che «il valore del progetto è tanto maggiore se si tiene conto che è frutto di una grande azione di rete e della forte motivazione verso l’elaborazione di un progetto di vita diverso per la vittima. L’elaborazione progettuale ha senso solo se ciascuno degli attori (la vittima, il servizio sociale del territorio, la tutela minori, l’associazione Casa delle Donne contro la violenza di Modena) collabora per il conseguimento dell’obiettivo finale, che è l’autonomia personale e familiare della vittima di un reato di violenza».
«Al di là del valore economico in sé – ha aggiunto l’assistente sociale Maria Chiara Mantovani – questo assegno rappresenta un punto di partenza per consentire alla vittima di ricominciare da capo, con la sicurezza e la tranquillità di sentirsi parte di un progetto su cui diversi operatori stanno lavorando e su cui sono state anche investite delle risorse».
È la prima volta che il Comune di Mirandola presenta il caso di una cittadina alla Fondazione. Nel rispetto della privacy della vittima, i servizi sociali hanno deciso di rendere nota la vicenda per far sapere a chiunque si trovasse a subire violenze che esiste una rete di aiuto e di sostegno e la possibilità di ottenere un aiuto concreto per investire in un nuovo progetto di vita.
Mirandola punta con determinazione, insieme agli altri Comuni dell’Area Nord, verso la tutela della donne vittime di violenza, che dal maggio scorso possono contare sul servizio di orientamento e consulenza legale che l’Unione dei Comuni, grazie alla convenzione con l’associazione Donne e Giustizia di Modena, offre alle donne bisognose di consulenza per problemi attinenti al diritto di famiglia; la consulenza è fornita ogni secondo e quarto mercoledì pomeriggio del mese, previo appuntamento telefonico, presso il centro per le famiglie a Mirandola, via Castelfidardo n. 44, tel. 0535 29683.