Le elezioni del presidente e del Consiglio provinciale si svolgeranno sabato 27 settembre. E’ questa l’ipotesi scaturita nel corso dell’incontro tra tutti i sindaci modenesi che si è svolto lunedì 30 giugno nella sede della Provincia. Non si è parlato ufficialmente dei nomi del presidente, e anche se Emilio Sabattini, attuale numero uno della Provincia, confida nella sua riconferma, molto dipenderà anche dall’esito delle elezioni regionali. Infatti, per questa poltrona modenese potrebbero correre – a seconda di come finisce la partita sulla Regione – anche Palma Costi (attuale presidentessa dell’Assemblea legislativa), il sindaco di Carpi Alberto Bellelli. Anche se il più quotato rimane il primo cittadino di Modena Giancarlo Muzzarelli
L’incontro di oggiè servito ad approfondire i contenuti e le novità previste dalla legge che ha trasformato le Province in enti di secondo grado i cui vertici, cioè, non sono più eletti direttamente dai cittadini ma dai sindaci e dai consiglieri comunali.
«Lasciamo ai nuovi amministratori – ha affermato Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena, introducendo i lavori – un ente sano punto di vista finanziario, nonostante i ripetuti e pesanti tagli, che rispetta i tempi di pagamento, non ha debiti inevasi e ha sufficiente liquidità, grazie anche agli sforzi effettuati in questi ultimi anni per contenere i costi».
Nel corso dell’incontro i tecnici della Provincia hanno illustrato i tempi e le modalità per l’elezione del nuovo presidente e del nuovo Consiglio provinciale e i risultati recenti della gestione finanziaria
Nel corso del dibattito il sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli, ha proposto di «trasformare la Provincia in un’autentica unione provinciale di tutti i Comuni che sappia affrontare con un progetto unitario le sfide future per il rilancio del territorio»; per fare questo – ha proposto Muzzarelli – «occorre una cabina di regia tra i Comuni capodistretto che affronti da subito temi quali il futuro delle competenze nazionali e regionali e le sinergie possibili tra i Comuni e il nuovo ente». Anche Maino Benatti, sindaco di Mirandola, ha concentrato il suo intervento sulla «necessità di puntare su un progetto unitario che veda protagonisti i distretti», giudizio condiviso anche da Romano Canovi, sindaco di Pavullo, che ha parlato di «strategia unica per far fronte anche ai problemi della montagna come il dissesto geologico, l’agricoltura, il turismo e le infrastrutture».
Per Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, «questo nuovo ente può rappresentare l’occasione per il rilancio di un nuovo patto territoriale nel rispetto delle diverse vocazioni e visioni di una provincia policentrica», concetto ripreso anche da Fernando Ferioli, sindaco di Finale Emilia, che ha parlato di «sfida enorme da accettare per affrontare le diverse problematiche che i territori presentano».
LE MODALITA’ DI VOTO
Come prevede la riforma, il nuovo presidente della Provincia e i componenti del Consiglio provinciale sono eletti dai sindaci e dai consiglieri comunali; sono eleggibili alla carica di presidente i sindaci e i consiglieri provinciali uscenti, mentre sono eleggibili alla carica di consigliere provinciale i sindaci, i consiglieri comunali e i consiglieri provinciali uscenti.
L’elezione del presidente della Provincia avviene sulla base della presentazione di candidature, sottoscritte da almeno 105 elettori (il 15 per cento degli aventi diritto).
L’elezione del Consiglio provinciale avviene sulla base di liste concorrenti composte da un numero di candidati non inferiori a sei e non superiore a 12 e devono essere sottoscritte da almeno 35 aventi di diritto al voto (il cinque per cento degli aventi diritto).
Le liste saranno presentate all’Ufficio elettorale appositamente costituito presso la sede della Provincia, secondo modalità e tempi previsti dalla normativa al fine di svolgere la votazione entro il 30 settembre. L’ipotesi scaturita nel corso dell’incontro con i sindaci di lunedì 30 giugno è di svolgere le elezioni sabato 27 settembre.
Entro l’8 luglio, inoltre, dovrà essere approvato il decreto che stabilisce una più puntuale definizione del destino delle competenze, sia di origine statale che regionale.
In base alla legge alle Province restano le competenze sulla viabilità e trasporti, tutela e valorizzazione dell’ambiente, edilizia scolastica e pianificazione della rete scolastica, assistenza tecnico amministrativa agli enti locali, pianificazione territoriale e pari opportunità.
I FONDI
Nonostante i tagli, la Provincia nel 2014 prevede di mettere in campo investimenti per oltre 12 milioni di euro, concentrati soprattutto sull’edilizia scolastica, anche nell’area del sisma, e la viabilità. Il dato è emerso dalla relazione finanziaria illustrata dai tecnici provinciali nel corso dell’incontro con i sindaci modenesi.
In questi ultimi anni il bilancio provinciale ha subito una riduzione di oltre il 30 per cento delle risorse, un dato che non ha impedito alla Provincia di mettere in campo gli investimenti, tagliando sulle spese correnti, utilizzando fonti di finanziamento provenienti da altri enti, alcune dismissioni patrimoniali e comunque senza ricorrere all’indebitamento.
Le entrate tributarie ammontano a circa 60 milioni di euro all’anno provenienti soprattutto dall’imposta sulla Rc auto e dall’Imposta provinciale di trascrizione sui passaggi di proprietà delle automobili, mentre gli introiti sull’imposta sull’energia elettrica delle imprese sono passati allo Stato.
Nel corso dell’incontro con i sindaci sono stati forniti anche i dati sulle società partecipate dalla Provincia: l’Aeroporto di Pavullo, Autobrennero, Agenzia per la mobilità, Banca Etica, Centro ricerche produzioni vegetali, Ferrovie regionali (Fer), il Gal, Seta, Lepida, Nuova Quasco, Modena Fiere e Trasporto passeggeri Emilia Romagna.