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“Meno controlli e più illegalità nei luoghi di lavoro”, denuncia la Cgil

da | Lug 3, 2014 | Approfondimenti | 0 commenti

“Dall’incrocio dei dati più recenti del Ministero del Lavoro relativi alle “attività ispettive nei cantieri e nei posti di lavoro” emerge un quadro molto preoccupante per quanto riguarda la realtà emiliano-romagnola.
In particolare per le province coinvolte dal terremoto, Modena in primis”. Sono le osservazioni di Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale.
Sono “Effetti perversi di una riduzione cieca della spesa pubblica – che taglia risorse e personale anche a tutti gli Enti ispettivi – nonostante l’allargamento dei gravi fenomeni di irregolarità ed illegalità, e nonostante si confermi che investendo sui controlli, lo Stato (e la società ) si ripaga abbondantemente – prosegue Zavatti – Chiarissimi i dati regionali e provinciali.
Partiamo dai numeri modenesi.
Se nel 2011 furono eseguite 1.768 visite ispettive, nel 2012 sono scese a 1.503, lo scorso 2013 più giù a 1.356 e nel primo trimestre 2014 sono state 287.
Analoga dinamica nel quadro regionale.
Una discesa netta e lineare, purtroppo del tutto indifferente al picco emergenziale post sisma, con i circa 14.000 edifici danneggiati e l’avvio dei lavori di ripristino e ricostruzione che determinerà una situazione davvero straordinaria e qui “concentrata”.

E’ importante verificare che in Emilia-Romagna, anche nel 2013 ed inizio ’14 , le ispezioni effettuate superano la media nazionale: 11.715 nell’intero anno scorso, col 44% di illeciti rilevati e che sale al 59% nel primo trimestre di quest’anno .
Siamo la regione al quinto posto,per attività ispettiva,dopo Lombardia,Puglia,Campania e Lazio ; però siamo al quarto posto nazionale per l’entità ragguardevole “dell’imponibile evaso accertato” di ben 38,28 milioni di euro.

Bisogna perciò ragionare attentamente ed agire rapidamente sul “bicchiere mezzo vuoto”.
Ciò che particolarmente preoccupa, è che il quadro dei dati regionali si impenna nei territori delle quattro province colpite dal terremoto.
In particolare, Modena col 50% di illeciti contestati rispetto ai controlli fatti nelle aziende nel 2013 e con 2,8 milioni di imponibile evaso, che balza al 69% nel primo trimestre ’14 con 1,26 milioni di euro evasi !
Reggio Emilia , col 57% di illeciti e 6,8 milioni nello scorso anno ed il 75% nell’ultimo trimestre !

I controlli ispettivi segnalano inoltre una specificità per la provincia modenese: è l’unica in tutta la regione,ove gli illeciti verificati nel settore dell’edilizia superano quelli riscontrati nell’industria, terziario ed agricoltura.
Inoltre, un inaccettabile 61,2% di posizioni di lavoratori modenesi controllati, risultano vittime di irregolarità: prevalentemente lavoro nero, somministrazione illecita di mano d’opera, fasulle partite Iva.
Qui sta il “bicchiere mezzo vuoto” che va assolutamente considerato e risolto con urgenza, con maggiori risorse dedicate ai controlli – non sulle carte – bensì mirati al contrasto del lavoro irregolare che è poi l’altra faccia della illegalità economica e fiscale, sempre più preoccupante nei nostri territori.
Organizzare la nostra pubblica amministrazione per qualificare le capacità ispettive, non è maggiore spesa, bensì un investimento economico, sociale e civile.
Questa è da sempre una trincea del Sindacato. Dovrà esserlo però sempre più anche per i soggetti sociali, per le Associazioni delle imprese e dei professionisti, oltre che delle Istituzioni locali.
Lavoro irregolare è furto del salario, della sicurezza e della pensione per i lavoratori; è umiliazione per chi è costretto a trasferirsi nell’esercito delle partite Iva o dei falsi soci di cooperative spurie; è furto fiscale che poi colpisce ogni cittadino; è concorrenza dannosa e spesso esiziale per le imprese in regola.

Lo Stato deve decidere di investire di più sul futuro della legalità e dell’economia normale e pulita.
La Regione dovrà ancor meglio coordinare ed implementare gli interventi di controllo, rendere più cogente l’utilizzo del “prezziario regionale” ed il puntuale deposito annuale dei dati relativi alle situazioni finanziarie e patrimoniali dell’insieme di Associazioni, Fondazioni o Confraternite – iscritte al Registro regionale – che per anni invece nulla presentano, pur concorrendo alla gestione di importanti e delicati servizi sociali pubblici. Se poi risulteranno pesantemente inadempienti, com’è nel recente caso modenese, alla fine pagano i lavoratori con a rischio parecchie mensilità.
Sopratutto gli Enti Locali, a partire da quelli più esposti a situazioni emergenziali, dovranno concentrare e qualificare risorse e personale a livello delle Unioni Comunali, superando resistenze e ritardi, per frenare una tendenza che rischia di avvelenare il nostro buon tessuto economico e sociale.
In tal senso, interventi concreti sono necessari e possibili nel territorio.
Appalti, forniture, acquisti e servizi, vanno obbligatoriamente riorganizzati a dimensione sovra-comunale, ed in tal senso una spallata viene ai Comuni da un recente decreto.
Analogamente, nelle Unioni Comunali vanno dimensionati gli interventi sulla sicurezza dei cittadini, la legalità fiscale ed i controlli sulla regolarità del lavoro e nei luoghi di lavoro”.

 

 

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