La burocrazia soffoca la ricostruzione e le imprese lanciano l’allarme. Net.Base prende la parola: è una Rete di Imprese costituita a Mirandola subito dopo il sisma del maggio 2012, formata da 15 aziende dell’area nord, che realizzano impianti termoidraulici, elettrici, scavi e strutture in ferro e che occupano, complessivamente, più di 250 addetti.
“Siamo Imprese di valore ed esperienza, che – si legge in una nota pubblicata qui- hanno scelto di superare le vecchie divisioni e di collaborare per gestire al meglio quei grandi lavori che, da sole, non sarebbero state in grado di affrontare.
I cantieri della ricostruzione post sisma già avviati, rischiano di bloccarsi perché le difficoltà burocratiche aumentano giorno dopo giorno, con ritardi di pagamento che possono provocare il collasso finanziario.
Si pensava che almeno nei casi dove è già disponibile la “cambiale Errani”, la liquidazione degli acconti potesse essere meno complessa. Purtroppo non è così. Oltre al lungo iter necessario per avere quella “cambiale”, per le scrupolose verifiche
preventive dei progetti, riscuotere gli “stati di avanzamento lavori” (SAL) comporta talmente tanto tempo da rendere l’attesa insostenibile.
Ogni pagamento è condizionato da lunghi controlli burocratici come se, ogni volta, si fosse giunti alla fase finale.
Purtroppo la conseguenza è la sempre più frequente sospensione dei lavori con cantieri che vengono chiusi per mancanza di liquidità.
Le aziende hanno bisogno di essere pagate, non possono più permettersi di aspettare.
Il fattore tempo è determinante e gli imprenditori devono poter lavorare sui cantieri e non affogare in un mare di scartoffie!
Per questo motivo Net.Base chiede con forza ai Tecnici privati, ai Dirigenti pubblici, ed agli Amministratori Regionali e Comunali di intervenire per risolvere il problema.
L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro. Meglio ricordarlo spesso perché il lavoro è possibile solo se ci sono Imprese che producono valore. Se le lasciamo soffocare nella burocrazia, perdiamo valore, perdiamo lavoro e perdiamo credibilità.
In una sola parola, perdiamo. Tutti”.