Dopo la mini bomba d’acqua che ha colpito Bagnolo nella serata di sabato scorso, dalla primissima mattinata di ieril’intero comprensorio di pianura del Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale, che comprende tutta la pianura dall’Enza al Secchia, è stato interessato da un’eccezionale ondata di pioggia che ha fatto mediamente registrare una sessantina di millimetri d’acqua nel giro di poche ore, con punte di 80 millimetri a Reggio Emilia, nel carpigiano e di 90 tra Finale e San Felice. Non si è trattato di una serie di rovesci temporaleschi, a macchia di leopardo, ma di una vera e propria perturbazione che si è abbattuta in modo piuttosto omogenea sulla pianura.
Questo andamento atmosferico, del tutto anomalo, ha comportato la necessità di impostare l’assetto idraulico della rete consortile per garantire lo scolo delle acque piovane anziché l’irrigazione dei terreni, come sempre avviene nel mese di luglio, si legge in una nota del Consorzio di Bonifica. E’ stata pertanto messa in funzione l’idrovora del Torrione a Gualtieri e così pure gli scarichi di Mondine e Bondanello a Moglia, quello di San Siro a San Benedetto Po e quello di Boretto, ove nelle prossime ore verrà azionato l’idrovora per il sollevamento di circa 30 metri cubi d’acqua al secondo nel grande Fiume. Nel corso della mattinata è stata pure messa in funzione la Cassa di espansione del Cavo Naviglio a Correggio.
Fin dalla notte, una quindicina di dipendenti del Consorzio sono dovuti intervenire per le manovre necessarie a mettere in sicurezza i terreni e gli abitati e per monitorare l’andamento di questa anomala piena estiva senza precedenti nella storia delle bonifiche reggiane. Ciò nonostante l’eccezionalità delle precipitazioni ha causato qualche di piccolo allagamento di strade e cortili.
“Questo eccezionale andamento atmosferico dimostra ancora una volta come il Consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale sia fondamentale per garantire e regolare l’equilibrio idraulico della nostra pianura” ribadisce Marino Zani, Presidente del Consorzio, che prosegue “in pochi giorni la nostra rete di 3.500 chilometri di canali è passata dalla funzione irrigua, con il prelievo dell’acqua da Po, Secchia e Enza per la distribuzione agli appezzamenti agricoli, a quella scolante, per garantire lo smaltimento di un enorme mole d’acqua, stimata attorno ai 90 milioni di metri cubi, caduta in pianura nel giro di poche ore. Solo grazie alla tempestività delle manovre ed alla perfetta conoscenza della rete da parte del personale siamo riusciti a limitare al massimo i danni che questa eccezionale situazione avrebbe potuto comportare“.