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Il Consultorio Diocesano cerca partner e fondi

da | Ago 3, 2014 | Ultime news | 0 commenti

Il Centro di Consulenza per la Famiglia (Ccf), il Consultorio Diocesano, attivo dal 1979, della Pia Fondazione Centro Famiglia di Nazareth, vuole lanciare un appello alla comunità dei cittadini e agli enti interessati: a breve già da gennaio 2015, la Curia di Modena (da sempre sensibile e attiva sostenitrice del disagio sociale e che ringraziamo per il sostegno economico fin qui profuso), di cui il Centro è espressione, e le strutture che collaborano con essa non saranno più in grado di sostenerlo economicamente: questo porterà a un’imminente chiusura del Ccf, già nel 2015!

Dove si rivolgeranno gli utenti che nel corso di questi anni hanno chiesto aiuto? La struttura deputata in primis alla prevenzione, interviene con competenza ed efficacia in ambito psicologico, relazionale e pedagogico: fino a quando ci sono strutture come questa che promuovono la comunicazione, il dialogo e la relazione, minore sarà il rischio di disagio e di patologia.

A fianco dei colloqui psicologici, l’area della formazione si rivolge al territorio con corsi di preparazione al parto, sostegno alle gravidanze difficili e all’allattamento, gruppi per genitori, sportelli d’ascolto nelle scuole, progetti di educazione affettiva nelle classi, corsi e progetti per insegnanti nelle scuole pubbliche e private, gruppi di supervisione per coordinatori pedagogici. Davvero un territorio come quello di Modena e provincia è disposto a rinunciare a un Servizio gratuito che lavora nel campo della prevenzione e del disagio psicologico? L’equipe dei professionisti (psicologi-psicoterapeuti e una pedagogista) svolge un’importante opera di accoglienza del disagio in tutte quelle situazioni in cui la normalità può andare in crisi e si è specializzata per accogliere difficoltà legate alla separazione (con percorsi di mediazione genitoriale), all’elaborazione di lutti di persone care, all’ambito clinico individuale (attacchi di panico, ansia, depressione, scompensi psichiatrici), al disagio giovanile (autolesionismo, disturbi alimentari, dipendenza da internet, ritiro sociale, abbandono scolastico), ai disagi famigliari derivati dalla crisi economica/lavorativa, dipendenza da gioco, abuso di alcol e sostanze e da disturbi post traumatici da stress (causati dal terremoto).

Il numero delle richieste di aiuto è in continuo aumento e i Servizi che si occupano del disagio psicosociale chiedono al Ccf una presenza attiva e continua per le situazioni in cui da soli non riescono a rispondere alla cura.

Il Centro affronta 600 colloqui al mese con 800 primi accessi all’anno per un totale di più di 40.000 famiglie che nel corso di questi anni hanno usufruito di un Servizio professionale che, per motivi etici e umanitari, è stato sempre completamente gratuito, aperto a tutti al di là di ogni credo religioso e di ogni stato sociale, e che rischia fortemente, come tale, di non esistere più. Oggi il Centro di Consulenza per la Famiglia lancia un appello: sollecitare le istituzioni e gli enti, per poter trovare insieme una soluzione ai problemi economici che affliggono il Centro e soprattutto per continuare a offrire il servizio alla comunità. 

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