Qualche anno fa se ne trovano decine in giro per tutta Italia, e l’allarme aveva messo in discussione la stabilità di importanti industrie casearie. Ora torna in primo piano il caso “mozzarelle blu”, di cui una confezione è stata scoperta sabato scorso da una commerciante di Bomporto, che ha segnalato il caso su Facebook.
Acquistate in un discount di Modena, sono di marca straniera poco nota. La donna ne aveva comprato un multipack, e la famiglia avava mangiato tranquillamente la prima mozzarella. Una volta aperta la confezione della seconda però, la butta sorpresa: ecco su questa mozzarella apparire un colore bluastro che la ricopre come fosse muffa, ma muffa non è.
Un giro di telefonate all’Ausl, poi il Passaggio al Pronto Soccorso rassicura che le mozzarelle mangiate sono sicure, visto che nessuno ha sintomi, su quella blu invece, nessuna spiegazione: bisogna aspettare l’Ufficio di Igiene Pubblica.
Stando a quanto era accaduto in precedenza, però, tutto fa pensare a una contaminazione di un batterio del gruppo Pseudomonas, avvenuto in fase di conservazione industriale, e che non sarebbe pericoloso per l’uomo.
Su casi emersi in precedenza in altre parte d’Italia sta già indagando la Magistratura. “Il pm Raffarle Guariniello ha chiuso le indagini sul fenomeno delle mozzarelle colorate iscrivendo nel registro degli indagati quattro persone tra cui l’ad del gruppo emiliano Granarolo, della bavarese Jager e della Lat Bri. L’indagine – riferisce Repubblica – era partita nel 2010 dopo il ritrovamento di una mozzarella blu acquistata in un supermercato del Torinese”.
Una delle ipotesi su cui stanno lavorando gli scienziati, riporta Ansa, è che “a causare il fenomeno delle cosiddette mozzarelle blu sia un ceppo batterico che, per la prima volta, è stato isolato dai ricercatori dell’Università di Padova che hanno stabilito che è ‘figlio’ di un pesticida usato in agricoltura”.