MIRANDOLA – Disprassia, nasce a Mirandola l’associazione dei genitori dei bimbi che ne soffrono. L’associazione nasce dalL’iniziativa di un gruppo di genitori con la volontà di divulgare il più possibile informazioni in merito alle problematiche derivanti dalla disprassia rivolgendosi in primis alle famiglie, per arrivare alle istituzioni scolatiche, terapisti, associazioni sportive ed in generale a tutti gli attori sociali che intervengono nel progetto educativo dei figli.
In particolare l’ associazione intende proporre incontri e momenti di confronto con le altre famiglie, organizzare giornate con interventi formativi e informativi, proporre soluzioni idonee riguardanti le problematiche educative e familiari con particolare riguardo a quelle relative alla disprassia e disturbi specifici delL’apprendimento. L
e referenti sono Elena Codeluppi a Rubiera, Manola Cottafava a Modena e Ilde Gemmi a Mirandola, la sede legale è a Modena. Chi volesse maggiori informazioni puo contattare il numero 329 4072384 oppure via mail disprassiamo@gmail.com.
Cos’è la disprassia
La disprassia (dal greco πράσσω = “fare”, quindi dis-prassia = “incapacità di fare qlco.”) è un disturbo che riguarda la coordinazione e il movimento e che può comportare problemi anche nel linguaggio. In neurologia si definisce come la difficoltà di compiere gesti coordinati e diretti a un determinato fine.
La disprassia viene generalmente inclusa nella definizione di disturbi della Coordinazione Motoria DCD (Developmental Coordination Disorder).
Ad esempio, il soggetto può presentare delle difficoltà ad eseguire movimenti fini e complessi, come allacciarsi le stringhe delle scarpe. La disprassia può essere acquisita (per esempio in seguito ad un danno cerebrale causato da un trauma cranico) o associata ad un ritardo del normale sviluppo neurologico. La disprassia può inoltre essere attribuita a mutazioni a carico del gene FOXP2 ed essere interessata da familiarità.
La disprassia è un disturbo complesso, con complicazioni che vanno dal motorio al cognitivo. Non sempre si ha la compresenza di entrambe. Il bambino disprassico è difficilmente diagnosticabile in tenera età perché quasi sempre si tende a considerare solo il suo disturbo linguistico. Importante è una tempestiva diagnosi che non sempre viene effettuata. Alla terapia di un logopedista si deve accompagnare spesso anche quella di un terapista occupazionale e psicomotricista. I bambini con disprassia hanno nella quasi totalità dei casi problemi di organizzazione spazio-temporale e difficoltà nel compiere movimenti consequenziali, come può essere ad esempio l’ordine con cui indossiamo gli abiti a partire dalla biancheria.
Gli individui affetti da disprassia, spesso trovano difficoltà a mettere in ordine le varie fasi di un racconto e a trovare i termini adatti, poiché perdono facilmente memoria dei passaggi che regolano linguaggio e comprensione. Altre volte si presentano problemi di manualità fine, evidente durante l’infanzia nell’apprendimento di una corretta grafia, oppure complicanze che riguardano il movimento oculare, come la difficoltà a seguire le righe del quaderno e a leggere, riproducendo la sequenza scritta col movimento del corpo. È infine anche spesso ridotta la sensibilità tattile, problema questo complesso e tendenzialmente sottovalutato dai vari neuropsichiatri e terapisti. (Wikipedia)