Le demenze costituiscono un problema di salute pubblica sempre più rilevante, sono infatti tra le principali cause di disabilità della popolazione generale e, in particolare, degli anziani. Un tema di grande rilievo anche per il nostro territorio visto che in provincia di Modena sono circa 15mila i pazienti con demenza seguiti dai centri dell’Azienda USL, il 60 per cento dei quali è affetto da malattia di Alzheimer, la più comune tra le patologie neurodegenerative.
Per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica su quanto si sta facendo e si dovrà ancora fare per rispondere ai bisogni dei malati e delle loro famiglie, l’azienda sanitaria, insieme alle principali associazioni di volontariato che operano nel settore, organizza una serie di iniziative in occasione della giornata mondiale dell’Alzheimer. Dal 19 al 25 settembre, in tutta la provincia, sono in programma numerosi appuntamenti – convegni e corsi scientifici, spettacoli teatrali, proiezione di film e pedalate – che saranno accomunati dallo slogan “Prendersi cura della persona con demenza ogni giorno” per ricordare l’impegno quotidiano dedicato alla cura e all’assistenza dei pazienti e al sostegno garantito alle loro famiglie grazie al lavoro degli operatori dei servizi socio-sanitari.
Le iniziative sono state presentate oggi, 17 settembre, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il direttore sanitario Azienda USL di Modena Cristina Marchesi, il responsabile Programma demenze Azienda USL Modena Andrea Fabbo, il direttore Dipartimento Integrato di Neuroscienze Paolo Nichelli, il presidente AlzheimER (associazione Alzheimer Emilia Romagna) Ivano Baldini, il presidente Ass.S.De (associazione sostegno demenze) Sassuolo Tonino Rovatti.
“Nella nostra provincia è in aumento la fascia di popolazione più anziana, quella degli ultra80enni in cui l’incidenza e la prevalenza delle demenze raddoppiano rispetto alle fasce di popolazione di età inferiore” spiega la dottoressa Cristina Marchesi. “L’Azienda USL di Modena, in una logica di lavoro integrato che da sempre contraddistingue il nostro territorio, è sempre stata in prima linea nella gestione dei pazienti e nel sostegno ai loro familiari. Insieme alla rete socio-assistenziale provinciale e alle associazioni di volontariato, il problema demenza viene quotidianamente gestito attraverso i centri per i disturbi cognitivi, i nuclei di cure primarie e il progetto disturbi cognitivi dei medici di medicina generale, le strutture semiresidenziali e residenziali, la rete dei servizi socio-sanitari per anziani non autosufficienti, il nucleo ospedaliero demenze”.
“Il maggior fattore di rischio associato all’insorgenza delle demenze è l’età e, in una società che invecchia, l’impatto del fenomeno si prefigura di notevoli dimensioni, ed è facile prevedere che queste patologie diventeranno, in tempi brevi, uno dei problemi più rilevanti in termini di sanità pubblica” ha detto il dottor Andrea Fabbo. “Il Programma Demenze ha avviato un percorso sinergico tra i servizi sociali e sanitari e le associazioni dei familiari al fine di condividere strategie ed obiettivi comuni per la gestione del problema demenza. Questo lavoro congiunto ha anche l’intento di valorizzare e far diventare ‘patrimonio comune’ quanto è stato già realizzato nei vari ambiti distrettuali, sia per gli sviluppi futuri dei servizi sanitari e socio-sanitari che per la loro sostenibilità nel tempo. Le iniziative – volutamente eterogenee e che coinvolgono il mondo scientifico, dello spettacolo, della cultura e dello sport – sono un’ottima occasione per far conoscere meglio questo tema all’opinione pubblica”.
Demenza e alzheimer: dati e attività in provincia di Modena
Nel 2013 circa 15.000 pazienti con demenza sono stati seguiti dai 10 Centri Disturbi Cognitivi della provincia di Modena (3 ospedalieri e 7 distrettuali); circa il 60% di essi, in linea con i dati di epidemiologia più recenti, è affetto da malattia di Alzheimer.
Le prime visite sono state 4.530 e le visite di monitoraggio (follow-up) 11.733. Per quanto riguarda i nuovi pazienti,nel 54,33% è stata effettuata diagnosi di demenza, nel 22,85% si è trattato di persone a rischio di evoluzione in demenza e che quindi necessitano si essere monitorati nel tempo, nel 9,25% dei casi sono pazienti ancora in studio e solo nel 13,56% dei casi la patologia è stata esclusa.
L’incidenza annuale di nuovi casi di demenza è pari all’1,80% della popolazione ultra65enne, risultato simile a quello riscontrato in molti studi europei. Sono stati quindi intercettati la maggior parte dei nuovi casi attesi per il 2013 che, nell’ambito della popolazione ultrasessantacinquenne provinciale pari a 154.066 persone, è di 2.778 persone.
Fondamentale è il contributo dei medici di medicina generale che hanno aderito al progetto di presa in carico e gestione del paziente con disturbi cognitivi e della sua famiglia; alla fine del 2013 risultavano attivi 5.195 progetti assistenziali verso persone con demenza sottoscritti dai medici di famiglia; la maggior parte di questi progetti riguardano persone appartenenti alla fascia di età più elevata (85-94 anni) confermando il dato della maggiore prevalenza ed incidenza della demenza negli ultra85enni.
Un altro dato che fa comprendere le dimensioni di questa malattia è quello sull’assistenza a casa dei pazienti: nel 2013 la demenza è diventata la seconda patologia più importante, dopo le cardiopatie e prima dei tumori, per la quale è richiesta l’assistenza a domicilio. I pazienti con demenza seguiti in assistenza domiciliare (2.210 progetti attivi) rappresentano inoltre il 42% dei progetti attivati dai medici di medicina generale nell’ambito del progetto aziendale “Disturbi cognitivi”, evidenziando come il ricorso alla domiciliarità stia diventando un modello assistenziale a cui si fa più ricorso soprattutto nelle fasi più avanzate di malattia.
Un ruolo importante è svolto dal Servizio di Psicologia Clinica dell’Azienda USL per le attività di sostegno nei confronti dei familiari, i cosiddetti “caregivers”: nel 2013 sono stati seguiti e monitorati 489 familiari di persone con demenza per un totale di 1.624 prestazioni complessive. Anche le associazioni di volontariato, in integrazione con i servizi della rete socio-sanitaria, riescono a gestire una serie di attività importanti per i pazienti e le famiglie nell’ambito degli interventi non farmacologici o ”psicosociali” come i Caffè Alzheimer, i gruppi di mutuo auto-aiuto, gli interventi di stimolazione cognitiva, musicoterapia e terapia occupazionale.
Le iniziative
Il programma delle iniziative inizia venerdì 19 settembre alle 18.00, con un una tavola rotonda, ad ingresso gratuito e aperta alla cittadinanza, presso l’auditorium “Guido Monzani” (Modena, via Aristotele 33). La manifestazione aprirà col saluto del Presidente Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna Palma Costi, del Direttore Generale Azienda USL di Modena Mariella Martini e dell’Assessore Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza del Comune di Modena Giuliana Urbelli. Conduce la giornalista modenese Ivana D’Imporzano e ci sarà la testimonianza della nota cantante Silvia Mezzanotte.
Gli appuntamenti proseguiranno da sabato 20 fino a giovendi 25 settembre in molti comuni della nostra provincia. Il programma completo delle iniziative è disponibile sul sito internet dell’Azienda USL di Modena www.ausl.mo.it/demenza
Le iniziative sono realizzate dall’Azienda Usl di Modena, in collaborazione con le associazioni dei familiari della provincia di Modena: GAFA Carpi, ASDAM Mirandola, GP Vecchi Modena, Ass.S.De Sassuolo, Per Non Sentirsi Soli Vignola-Castelfranco-Pavullo e con il patrocinio del Comune di Modena – Assessorato Coesione Sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza Comune di Modena e di AlzheimER – Associazione Alzheimer Emilia Romagna.