In Emilia-Romagna cresce ancora il Reddito di solidarietà, il sostegno mensile concesso a persone e famiglie in gravi difficoltà economiche che accettano di entrare in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Lo dicono i dati raccolti dal sistema informativodella Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l’Università di Modena.
Voluto dalla Regione Emilia-Romagna, salgono infatti a 10.546 i nuclei familiari, per oltre 25mila persone, a cui è stato erogato in poco più di un anno, da settembre 2017 – quando la misura fu avviata -a novembre 2018. Rispetto a maggio scorso, data dell’ultima rilevazione, sono aumentati di oltre il 30% i nuclei familiari beneficiari, che allora erano arrivati a 8mila.
In particolare, da settembre 2017 a novembre 2018, nella provincia di Modena il Res è stato concesso a 1.651 nuclei familiari, con altre 2.622 domande in corso di valutazione all’Inps, l’ente chiamato a verificare i requisiti e procedere con la concessione, e 2.337 domande respinte. Complessivamente, sono state infatti 6.610 le richieste arrivate ai Servizi sociali del territorio.
Istituito nel novembre 2016 con legge regionale, il Res dal luglio scorso integra l’analoga misura nazionale del Rei (Reddito di inclusione): il nuovo Res viene quindi erogato insieme al Rei, aumentando l’importo della cifra ottenuta da chi ha più bisogno. Il contributo economico mensile può raggiungere i 300 euro nel caso di una persona sola e sfiorare i 900 euro se destinato a una famiglia formata da cinque o più componenti. Lo si può avere per una durata massina di 18 mesi (rispetto ai 12 iniziali), purché si sia residenti in maniera continuativa in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi e possedere i requisiti per l’accesso al Rei, fra cui un Isee annuo non superiore ai 6mila euro (soglia prima fissata a 3mila euro).
Al Res viene associato un programma di attivazione e reinserimento sociale e lavorativo che, se non viene rispettato dai beneficiari, comporta il decadimento del Reddito di solidarietà, che cessa di essere corrisposto.
Per il Res, la Giunta regionale ha stanziato quasi 70 milioni di euro per il biennio 2018-2019.
“I dati dimostrano – sottolinea la vicepresidente Elisabetta Gualmini- che la povertà esiste, purtroppo, anche in una regione avanzata e piena di prospettive come l’Emilia-Romagna. È importante, però, che le persone più deboli sappiano di poter contare su risposte concrete e dignitose ai loro bisogni. Non una semplice misura assistenzialistica- chiude la vicepresidente- ma l’impegno in un progetto per riconquistare, passo dopo passo, la propria autonomia”.
I destinatari del contributo
C’è chi da anni ha perso il lavoro e non riesce a ritrovarlo perché troppo avanti con l’età, donne costrette a licenziarsi per accudire i propri figli e che faticano a rientrare nel mondo del lavoro; chi, pur lavorando, non riesce a mantenere la propria famiglia e chi, ancora, ha alle spalle un passato di emarginazione dal quale vorrebbe emergere. Sono alcune delle storie più comuni tra le persone che versano in condizione di povertà accertata e hanno diritto al Reddito di solidarietà.
I nuclei che usufruiscono del Res sono composti da una sola persona nel 41,3% dei casi; oltre Il 60% di coloro che fanno richiesta ha più di 45 anni, e di questi più del 53% ne ha dai 56 in su. A fare domanda per ricevere il contributo previsto dalla misura regionale sono donne nel 56% dei casi e uomini nel 44%.
Inoltre, per oltre 2 mila beneficiari del Res(2.304) sono state attivate, in collaborazione con i Servizi territoriali per il Lavoro, misure di inclusione socio-lavorativa (orientamento, formazione, tirocini) previste e finanziate dalla Legge regionale 14 del 2015 che mira all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità. Si è dunque creato un circuito virtuoso tra Reddito di solidarietà e inclusione lavorativa, che rafforza il versante attivo del contrasto alla povertà.
I numeri del RES: tutti i territori attivi contro la povertà
Da settembre 2017 al 15 novembre 2018 le domande inoltrate dai cittadini ai Servizi sociali del proprio Comune di residenza per ricevere il Reddito di solidarietà sono state complessivamente 33.863; di queste richieste, oltre 13.000 sono al vaglio dell’Inps per una verifica dei requisiti necessari, così come prevede l’iter di assegnazione del contributo.
I nuclei familiari già ammessi al contributo sono 10.546 (su un numero complessivo di nuclei residenti che in Emilia-Romagna arriva a 1.997.372),dei quali6.342ricevono la prima misura regionale (domande antecedenti alle nuove norme e all’integrazione col Rei)e4.204usufruiscono del contributo unitario Res + Rei. Le domande respinte sono state 10.281, per mancanza dei requisiti.
A livello territoriale, nella provincia di Bologna i nuclei familiari ad aver già ottenuto il Res sono stati 2.355, in quella di Reggio Emilia 1.129, Ferrara 1.070, Parma 1.066, Ravenna 1.006, Rimini 919, Forlì-Cesena 829 e Piacenza 521.