“Ora bisogna far incontrare i bimbi allontanati ingiustamente e i loro genitori”. E’ la proposta del consigliere comunale di Forza Italia a Mirandola Antonio Platis all’indomani della seduta della Commissione del Consiglio dell’Unione Comuni Area Nord in cui, su richiesta del consigliere comunale di Mirandola Antonio Platis, erano stati invitati psicologi e assistenti sociali protagonisti della vicenda dei presunti pedofili della Bassa, quando, vent’anni fa, 16 bambini vennero tolti alle loro famiglie sospettate di organizzare messe sataniche a sfondo pedofilo. Platis lo scrive nella sua cronaca della seduta.
Dopo 4 ore di audizione di Marcello Burgoni, unico degli ex Servizi Sociali ad aver accettato l’invito, la Commissione si chiude in modo interlocutorio.
Ad inizio seduta – spiega Antonio Platis, capogruppo di Forza Italia in Consiglio a Mirandola e promotore della richiesta d’audizione – l’assessore Alberto Silvestri ha letto i vari dinieghi delle 15 persone invitate in Commissione. Tra questi spiccano quello dell’ex responsabile del Servizio Minori dell’Unione Monica Benati che considera le sue risposte a circa 30 interrogazioni, avanzate negli anni, esaurienti e quello delle psicologhe, a firma
congiunta, all’epoca in servizio assieme prima all’Ausl poi al CAB Cenacolo Francescano.
Il dottor Marcello Burgoni, all’epoca responsabile del Servizio per l’Ausl, ha dato lettura ad una lunga relazione e si è impegnato a rispondere alle domande solo in sede successiva e per iscritto. Questo ha tagliato ovviamente ‘le gambe’ al dibattito.
Tra le domande – spiega Platis – ci siamo focalizzati sul perché, dopo le prime assoluzioni, non si sia proceduto con determinazione ad
avvicinare i bambini ai genitori assolti. Al centro dell’agire di un servizio sociale – riteniamo – debba esserci la famiglia. A questo ed
altri quesiti attendiamo la risposta, così come sulle spese per il CAB Cenacolo Francescano.Su questo versante il sindaco dell’epoca, Luigi Costi, anche egli invitato in commissione, ha chiesto agli uffici massima trasparenza ed
ha spiegato come le psicologhe che lavoravano all’Ausl di Mirandola e poi nel 2002 al CAB svolgevano l’attività come libera professione e
non come dipendenti del centro. Questo fatto, in realtà, infittisce il mistero sulla maxi consulenza al CAB per oltre 2,2 milioni di euro, in
quanto non si capisce come mail l’Ente Pubblico scelse proprio quella struttura che, a questo punto, non aveva tutti quegli specialisti in
pianta organica.
La richiesta di maggiore trasparenza – ironizza Platis – è stato forse l’unico punto condiviso da tutta la commissione, benché in 30
interrogazioni nessun parlamentare o consiglieri sia riuscito ad avere i dettagli precisi delle spese, se non il sottoscritto, seppur parzialmente, perché ha ottenuto risposta dal servizio attuale e non dagli amministratori che dal 1996 al 2014 hanno gestito la cosa pubblica. Questa è l’unica significativa discontinuità che abbiamo toccato con mano.
Alla fine abbiamo avanzato la richiesta di impegnare i Servizi Sociali attuali ad avviare, per quanto possibile e con i bambini, oggi maggiorenni, che lo vogliono, un riavvicinamento con le famiglie naturali assolte. Su questo punto la maggioranza non si è detta disponibile, ma ha promesso che a breve presenterà una controproposta.
Il bilancio di questi ultimi Consigli e Commissioni UCMAN è comunque molto positivo: i servizi sociali attuali hanno adottato protocolli e
posizioni di una scuola di pensiero diversa da quella che aveva ispirato i precedenti servizi e l’Unione ha deciso di non pagare più
la quota associativa del CISMAI.
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