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Sindaci a confronto sul ruolo della Provincia – Il dibattito

da | Ott 22, 2014 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Bastiglia, Novi | 0 commenti

«La nuova Provincia consentirà di associare diverse attività che i Comuni svolgono singolarmente, conseguendo così economie di scala in grado di liberare risorse da mettere al servizio dei cittadini, garantendo più efficienza e lo snellimento delle procedure». Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, ha delineato così, riferisce una nota, il futuro dell’ente, presentando, lunedì 20 ottobre, all’Assemblea dei sindaci, gli indirizzi del programma di governo.

Come ha sottolineato Muzzarelli «la riforma  offre l’opportunità di rivedere il modello di governo di area vasta. Una sfida che dobbiamo cogliere puntando alla gestione unitaria di diverse attività» tra cui, ha specificato Muzzarelli, figurano il personale, la raccolta dei dati, i servizi statistici, i contratti pubblici, gli acquisti di servizi e forniture, le procedure di esproprio, l’avvocatura, le autorizzazioni sismiche, il monitoraggio dei contratti di servizio, la protezione civile, le autorizzazioni sulle attività estrattive, la ricerca di fondi europei e per la valorizzazione della montagna.

La nuova Provincia – ha aggiunto Muzzarelli – deve certamente svolgere al meglio le funzioni assegnate dalla legge, dalla viabilità, all’ambiente, all’edilizia scolastica, e quelle che eventualmente delegherà la Regione, («tra cui auspichiamo l’agricoltura» ha detto), ma «la riforma prevede ulteriori attribuzioni da parte di Stato e Regioni con particolare riguardo all’esigenza di individuare gli ambiti ottimali di esercizio e di valorizzare le forme associate delle funzioni degli enti locali».

Il presidente della Provincia ha quindi indicato tra le priorità la difesa del suolo, la sicurezza sismica e idraulica, le infrastrutture e la mobilità, la lotta alle disuguaglianze la qualificazione dei servizi scolastici e sociosanitari fino «alle relazioni politiche di area vasta con le Province di Reggio Emilia e Ferrara e con la Città metropolitana di Bologna»

I temi della relazione sono stati approfonditi nel corso del dibattito al quale sono intervenuti diversi sindaci modenesi.

D’accordo sulla strategia si è dichiarato Giandomenico Tomei, sindaco di Polinago, che ha evidenziato la necessità da parte dei Comuni, soprattutto più piccoli «di procedere con l’unificazione di servizi a livello di area vasta servizi come il personale, gli appalti più complessi o l’informatizzazione»; positivo il giudizio anche di Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire un maggiore coordinamento tra i Comuni sulle politiche sociali, un tema ripreso da Carlo Bruzzi, sindaco di Castelnuovo Rangone, che ha posto l’accento sulle «priorità delle politiche di area vasta che devono rappresentare una opportunità per gli investimenti» e da Fernando Ferioli, sindaco di Finale Emilia.

Valter Canali, sindaco di Prignano, ha evidenziato anche il problema dei tempi lunghi per gli interventi contro il dissesto («per sistemare una frana ci vogliono due anni, non va bene» ha detto), mentre Paola Guerzoni, sindaco di Campogalliano, ha sottolineato la necessità di un rapporto più stretto tra la pianificazione dell’edilizia scolastica e le politiche dell’istruzione. Per Maria Costi, sindaco di Formigine e vicepresidente della Provincia, «sarà decisiva la collaborazione tra tutti i sindaci», tema condiviso da Stefano Reggianini, sindaco di Castelfranco Emilia che sulla gestione associata dei servizi ha parlato di «opportunità per rendere più efficienti le procedure liberando risorse da destinare al miglioramento dei servizi stessi».

Parere opposto invece è stato espresso da Mauro Smeraldi, sindaco di Vignola, che ha giudicato «velleitario pretendere di gestire il personale o gli acquisti dei Comuni a  livello provinciale», giudizio condiviso da Germano Caroli, sindaco di Savignano sul Panaro, perché «area vasta non significa più efficienza. Le autorizzazioni sulle attività estrattive per esempio devono rimanere ai Comuni e la Provincia deve pianificare e non gestire dei servizi».

Muzzarelli nella replica ha affermato che «il percorso dei servizi associati per garantire efficienza è avviato da tempo, insomma è già una realtà. Le aggregazioni dei servizi su area vasta sono utili e fanno risparmiare risorse».

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