SAN FELICE SUL PANARO – “Meglio spendere per insegnare l’italiano e la Costituzione”. Così la lista di centrodestra Sanfeliciani per Reagire commenta la notizia dell’avvio di corsi di lingua araba e religione islamica alle scuole elementari di San Felice.
Apprendiamo, che a San Felice a partire da domenica prossima si terranno corsi di Arabo e Islam a ragazzini di lingua araba nei locali della scuola elementare di via Montalcini, senza la presenza del personale ATA e che per partecipare si pagano 10 euro a testa, non alla scuola, ma ad una associazione culturale islamica.
La prima cosa che fa riflettere è perché non investire quei 10 euro nell’insegnamento dell’italiano? I bambini frequentano la scuola italiana e dovrebbero essere in grado di stare al passo con gli altri alunni, ma naturalmente l’italiano glielo insegniamo noi!
La cosa però che fa davvero arrabbiare non è l’islam, o chissà cosa, ma è un evidente problema di equità nei confronti di chi aveva fatto la stessa richiesta e ha ricevuto solo risposte negative, c’è un’evidente discriminazione, pare ovvio che le associazioni o i comitati italiani hanno gli stessi diritti degli stranieri, ma forse non è così ovvio per tutti.
Forse questa associazione a differenza di altre può avere le chiavi della scuola e i codici? Un simile atteggiamento discriminatorio non fa altro che alimentare sentimenti negativi e per capire questo concetto elementare non ci vuole una mente eccelsa!
Infine la questione della tanto proclamata “integrazione”, integrarsi nel paese che ti ospita dovrebbe essere implicito all’atto dell’immigrazione, ma qui siamo lontani anni luce dalla voglia di integrazione.
I bambini stranieri, da che mondo è mondo e in tutto il mondo, imparano la lingua madre a casa, dai loro genitori, succede ai bimbi cinesi, russi, serbi, siriani, tedeschi, francesi, ecc. ecc., non hanno bisogno di un corso particolare, mentre di solito hanno bisogno,di imparare l’italiano, perchè è la lingua che devono usare a scuola e nella vita di tutti i giorni fino a che restano nel nostro paese.
Il contrario di questo è altro e non ci piace.
Studiare l’italiano, la nostra Costituzione e i fondamenti dell’educazione civica, si chiama integrazione e amore e rispetto per il Paese che ti ospita e si occupa dei tuoi bisogni.