“Ha appena suonato alla porta una signora, giovane, chiedendo un euro per prendere qualcosa da mangiare per i suoi bambini. Le ho dato un po’ di cracker e due fruttini. Mi ha messo tristezza ma in questi casi non so mai se queste persone siano in buona fede o no. È capitato anche a voi? È venuta anche da voi?” Con un post sul gruppo Facebook Sei di Mirandola se… la signora Silvia scopre il velo a un fatto che desta molta preoccupazione a Mirandola, e in generale in giro per la Bassa quando si ha a che fare con questue cui è difficile dire di no.
Davanti ai supermercati, nei pressi di ospedali e servizi sanitari, i questuanti non mancano mai, ma suonare addirittura a casa paventando la presenza di bambini affamati, è una recente novità-
Chi risponde alla domanda della signora racconta fatti analoghi, conclusi sempre nello stesso modo.
“A me è capitato tempo fa… di dare dei panini col tonno (…) a persona che si diceva affamatissima, e appena girato l’angolo..ha buttato tutto a terra, nemmeno nella spazzatura. A mio padre. .una ragazza ha chiesto da bere. Mio padre che era in garage, le ha allungato una bottiglia di acqua…. lei ne ha bevuto un sorso e poi l’ha scaraventata a terra“, racconta Cristina.
“Quattro giorni fa – fa sapere Federica – entra, per la terza volta in due mesi, una signora ( la stessa) che chiede in prestito 20 euro perché gli han rubato il portafoglio alla coop, e per assurdo, lo tira fuori dalla borsa facendomi vedere che è vuoto!“.
“La ragazza alta e magra che chiede qualcosa per i figli è da questa primavera che gira per Mirandola e dice sempre lo stesso ritornello“, aggiunge Viviano.
“Dice: ho fame mi dai 1 euro. Era la mezza, aspetta un attimo poi mi sono presentato con un piatto di maccheroni che mia moglie aveva fatto per pranzo,ancora fumanti mi ha risposto mangiali tu. Me li ha lasciati sul muretto della recinzione“, racconta Maurizio.
“Come associazione vediamo spesso che alcuni chiedono in giro denaro ma che purtroppo non servono per gli alimenti ma per bere e giocare. La rete delle nuove povertà tiene sotto controllo ogni singolo caso. Bisognerebbe non assecondare i casi“, osserva Giuliana.
Ma come distinguere se una persona ha reale necessità o no?
Difficile farlo, ma bisogna ricordare che il Comune, settore servizi sociali, prende in carico i casi problematici, e che la rete di associazione laiche e religiose che c’è in città è attrezzata per questo tipo di assistenza.
“Se proprio uno ha fame e non ha soldi, a Mirandola c’è l’associazione Porta Aperta http://www.volontariatomirandola.it/index.php?id=4&nass=60“, ricorda ad esempio Francesco.