Lina non lo sapeva, ma una raccolta firme dei residenti, avvenuta già diversi mesi fa, chiedeva da tempo che venissero effettuati interventi strutturali per mettere in maggiore sicurezza via San Martino Carano, la strada dove la bambina, 6 anni appena,stava ieri aspettando l’autobus per andare a scuola ed è stata investita e uccisa.
Una rotonda per moderare la velocità, ad esempio, o dissuasori a dossi, autovelox fissi: insomma si chiedevano interventi decisi – si legge sul gruppo Facebook “Sei di Mirandola Se” – per far capire che su quella strada ci abita gente, ci sono famiglie e bambini. Tante proteste ma a quanto pare vane.
Non c’è uno spazio pensato per i pedoni, in via San Martino Carano, non c’è marciapiede e nemmeno una pista ciclabile in cui rifugiarsi all’emergenza o in cui salvaguardare i ciclisti. Luce scarsa, in certi tratti inesistente. E a questo si aggiunge un particolare drammatico: proprio ieri mattina, che era sabato, lo scuolabus aveva cambiato tragitto come fa in ogni prefestivo, e proprio la nuova fermata aveva costretto Lina e suo padre ad attraversare la strada. Scelta fatale, perchè lì stava per arrivare la Renault Laguna del 57enne che l’avrebbe tolto la vita.
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