E’ una storia dai contorni terrificanti quella ricostruita dalla Polizia Municipale di Modena, allertata dalla denuncia di una donna che ha scoperto che la figlia 13enne ha subito abusi sessuali ed è rimasta incinta. I sospetti della madre sono subito corsi verso il marito, che da diversi mesi era a casa ai domiciliari nell’appartamento in provincia di Modena per una questione di droga. Si scopre così – riferisce il Resto del Carlino – che la piccola è stata abusata più volte, e il Dna conferma che il padre del bimbo che la piccina ha in grembo è proprio l’orco, suo nonno biologico. Il giudice dà il via la permesso per abortire. Ora madre e figlia sono al sicuro in una comunità, mentre il padre, un 40enne di origine africana, è in carcere a Modena.
Ecco la ricostruzione della vicenda della Polizia Municipale
Madre e figlia hanno scelto il Posto di Polizia municipale della stazione delle autocorriere di Modena per sporgere denuncia contro il padre. L’uomo sarebbe colpevole di avere abusato della ragazzina minorenne mentre si trovava agli arresti domiciliari per una vicenda di droga.
È accaduto a Modena dove i dieci agenti del Nucleo problematiche del territorio non di rado si occupano di spaccio e prostituzione, ma anche di casi di molestie sessuali, stalking, pedofilia e hanno già affiancato all’azione di presidio del territorio quella di sensibilizzazione e informazione contro le violenze di genere, svolta nelle scuole superiori con il coordinamento dell’ufficio Politiche delle Sicurezze del Comune.
La terribile vicenda, che vede vittima una ragazzina di 13 anni, si è invece svolta in un paese della provincia ed è iniziata oltre un mese fa quando una madre ha scoperto che la figlia era incinta. Insieme a lei, si è quindi recata a sporgere denuncia al posto di Polizia integrato di viale Molza dove la ragazzina ha spiegato che la gravidanza era conseguente alle violenze ripetutamente subite dal padre. Abusi che continuavano addirittura da alcuni anni. A prendere in carico la vicenda sono state due agenti donne del Nucleo problematiche del territorio che hanno ritenuto attendibili le testimonianze di madre e figlia e si sono immediatamente attivate per metterle al sicuro facendole ospitare in una comunità di una città diversa da quella di residenza, visto che il padre non poteva essere immediatamente fermato trovandosi già agli arresti domiciliari in quella stessa casa dove perpetrava gli abusi.
La priorità della municipale è stata quindi proteggere la ragazzina e la madre e non fare trapelare nulla dell’indagine fino alla conclusione, avvenuta il 27 novembre con l’arresto dell’uomo, di origine straniera, imputato dalla Procura di Modena di violenza sessuale su minore di 14 anni aggravata dal grado di parentela.
Tornando alla ricostruzione dei fatti, sono state le stesse agenti della municipale di Modena, incaricate dal procuratore, a svolgere l’audizione della minore, cioè il video interrogatorio alla presenza di uno psicologo infantile che ha accertato l’attendibilità della ragazza, e ad accompagnarla, insieme alla madre all’ospedale, per consentirle l’interruzione di gravidanza come autorizzato dal giudice tutelare. Le analisi sul Dna del feto, condotte dal Dipartimento di Medicina legale del Policlinico con cui la municipale collabora, hanno quindi permesso di appurare la paternità e di accertare la versione della ragazzina.