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Biomedical village, oltre un milione di euro per lo European biomedical hub

da | Mar 12, 2019 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – Si aggiunge un nuovo tassello al ‘Biomedical village’ di Mirandola. La Regione Emilia-Romagna ha finanziato con oltre un milione di euro la realizzazione dell’ultimo step di creazione dell’European biomedical hub (Ebh), per rendere pienamente operativo il ‘Biomedical village’ anche a livello internazionale.

In particolare, il progetto del Comune di Mirandola (budget complessivo 1 milione e 250 mila euro, di cui quasi un milione di contributo della Regione) si colloca nel piano di sviluppo e rilancio dell’area mirandolese dedicata alla filiera biomedicale.

Il progetto prevede la riqualificazione della struttura “ex istituto superiore Luosi” con interventi edili e l’allestimento dei locali con collocazione degli arredi e delle strumentazioni, con l’obiettivo di integrare ulteriormente la promozione imprenditoriale con la ricerca, gli scambi internazionali e la formazione, favorendo altresì la contaminazione fra imprese tecnologiche e culturali e creative.

Questo è uno dei quattro progetti finanziati dalla Regione con oltre 4 milioni di euro, circa un milione per ciascuna iniziativa, nell’ambito delle proprie misure per supportare lo sviluppo delle infrastrutture per una maggiore competitività e a vantaggio del territorio. Le iniziative, che tra risorse proprie e contributi attiveranno investimenti diretti per circa 5,3 milioni di euro senza contare i riflessi di lungo periodo su ogni singola filiera, rappresentano proposte per il consolidamento e il rafforzamento delle strutture a sostegno della promozione imprenditoriale.

Gli altri sono: recupero edilizio del Centro di ricerche di Marina di Ravenna, primo incubatore food di imprese dell’agroalimentare a Parma, nuovo centro di ricerca industriale dedicato all’intelligenza artificiale a Modena.

“La competizione ormai si gioca tra territori– ha spiegato l’assessora regionale alle Attività produttive, Palma Costi- e soprattutto si gioca sulle loro capacità di connettersi alle filiere produttive che si delineano per il futuro, mettere in rete strumenti, creare opportunità e sviluppare potenzialità. I quattro progetti finanziati nascono dall’interazione col lavoro realizzato dai tecnopoli, potenziano le vocazioni territoriali. Progetti a vocazione specifica per aumentare l’attrattività e la competitività, qualificare la filiera produttiva a sostegno della buona occupazione. Come ci insegna la quarta rivoluzione industriale, il lavoro da fare oggi è favorire le connessioni, collaborare, mettere in rete, fare conoscere, abbandonare i campanili e aprirsi al mondo e al nuovo”.

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