Hanno scelto di denunciare i gravi problemi che stanno soffocando il comparto con un affollato Flash Mob, manifestazione-lampo, dandosi appuntamento sulle colline bolognesi, proprio su quei terreni dove l’agricoltura, oggi, è sempre più difficile e meno competitiva. Sono coltivatori, allevatori, frutticoltori ma anche esportatori di vini, salumi e formaggi, di eccellenze Dop e Igp. Esasperati da provvedimenti che finiranno per uccidere le campagne, invocano sostegno al settore primario e all’agroalimentare italiano, uniti da un grido di protesta-provocazione: “Non esiste territorio senza agricoltura: cosa accade se i produttori abbandonano la terra?”. Un’eventualità sempre più probabile alla luce delle scelte politiche sbagliate e delle troppe e ingiuste tasse (in primis l’IMU, applicata anche in maniera retroattiva), che rischiano di affossare l’agricoltura. Il 1° Flash Mob per l’agroalimentare italiano, promosso da Agrinsieme Emilia Romagna – il coordinamento di Confagricoltura, Cia, Fedagri-Confcooperative, Agci-Agrital e Legacoop Agroalimentare che conta in regione oltre 40mila imprese associate – si terrà venerdì 20 marzo, alle ore 12, presso l’azienda agricola Tizzano (via Antonio Marescalchi 6, Casalecchio di Reno – Bo) e sarà ripreso con telecamere da terra e su drone e poi trasmesso in streaming su: www.confagricoltura.it / www.emiliaromagna.cia.it / www.emiliaromagna.confcooperative.it.
«Abbiamo deciso di partecipare a questo Flash Mob – spiega la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi – perché pressione fiscale e burocratica hanno raggiunto livelli insostenibili. Manifestiamo per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su una domanda molto importante: cosa succederebbe se gli agricoltori smettessero di svolgere la loro attività? Abbiamo più volte denunciato la questione del dissesto idrogeologico, ma a questa bisogna aggiungere la questione alimentare, non di secondaria importanza: i nostri prodotti di qualità sarebbero rimpiazzati da prodotti meno controllati e fatti con dubbi metodi di produzione. Come se non bastasse – conclude Bergamaschi – c’è il macigno della burocrazia. Il Governo parla di semplificazione, ma alla vigilia della nuova Pac possiamo affermare che l’impalcatura burocratica è ancora molto pesante».