“Dai bambini parte tutto. Non a caso, anche il nostro viaggio nel welfare dell’Emilia-Romagna è iniziato dalle strutture dedicate alla fascia zero-sei”. Prima due realtà d’eccellenza comunali, il nido e la scuola d’infanzia “Forghieri” di Modena; poi la scuola dell’infanzia paritaria “Sacro Cuore” di Finale Emilia, costruita dopo il terremoto, con la sezione primavera “Isola di Peter Pan”. Così – racconta una nota della Regione – è partito il “giro” sul territorio della vicepresidente e assessore alle Politiche di welfare della Regione Elisabetta Gualmini, per raccontare prima di tutto le buone pratiche esistenti, incontrare i protagonisti, scambiare impressioni e pareri e, infine, far conoscere ai cittadini quanto viene fatto.
Per quanto riguarda il complesso del “Forghieri”, la particolarità del progetto pedagogico consiste nell’aver sperimentato, fin dalla nascita (2002), un approccio che valorizza l’integrazione 0-6, individuando nella continuità della cura educativa e nell’identità interculturale le due “dimensioni” su cui realizzare tutte le attività. Un altro aspetto a cui l’équipe educativa dedica molta attenzione è il coinvolgimento dei genitori, sia del nido che della materna, nella realizzazione di eventi collegati alla vita dei due servizi. Aiutare bimbi e famiglie nell’affrontare positivamente eventi traumatici, come il terremoto: è questa una delle “linee” su cui si lavora al “Sacro Cuore” di Finale. Una struttura nuovissima, nata dopo il sisma grazie alla collaborazione tra l’omonima parrocchia, aziende, enti pubblici e privati, la cittadinanza e altre Regioni (come Abruzzo e Friuli) colpite in passato dal terremoto.
“Ci siamo messi all’altezza dei più piccoli per guardare con i loro occhi e avere la loro stessa prospettiva – spiega Gualmini – . Li abbiamo visti nei luoghi e negli spazi dove si muovono di giorno; luoghi e spazi pensati e realizzati apposta per loro e per chi si occupa di loro”. Strutture pubbliche e private “che mi hanno confermato sia possibile e, soprattutto, auspicabile, collaborare per il bene di tutti. Ecco perché ai servizi educativi non è stato tolto un euro. Ed ecco perché – conclude la vicepresidente – il welfare non è certo una palla al piede”.