Nuove concessioni per le perforazioni del sottosuolo in Emilia-Romagna? Così sembrerebbe. A un anno dalla pubblicazione del rapporto Ichese e dalla sospensione delle trivellazioni, scrive il Corriere della Sera, “la Regione è pronta a tornare sui propri passi. Il provvedimento non è ancora legge, ma l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo è da tempo al lavoro per dare il via libera alle nuove concessioni. C’è già un gruppo di imprese pronte a investire ed è stata abbozzata la mappa dei luoghi ideali per le nuove estrazioni: da Reggio Emilia a Imola, da Comacchio a Lugo. Gas soprattutto: il petrolio è una fetta minima della torta”.
Sarebbero una ventina le nuove concessioni che attendono il via libera regionale, e a quanto pare hanno ottime possibilità di ottenerlo. La Regione, che non conferma né smentisce, ha però voluto in mattinata parlare di nuovo del caso Rivara ribattendo ad Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord in Assemblea Legislativa: «Il deposito gas a Rivara non si farà mai – sostiene l’assessore regionale alle Attività produttive e alla Ricostruzione post sisma Palma Costi – e sostenere che la Regione sta andando in un’altra direzione significa fare grande confusione e disinformare per una mera speculazione politica. Sono dispiaciuta che coloro che hanno responsabilità richiamino una questione chiusa per sempre. Le attività svolte e richieste dalla Commissione Ichese non hanno mai riguardato la rivalutazione dello stoccaggio di Rivara». Inoltre, l’assessore regionale all’Ambiente Paola Gazzolo ha aggiunto che «la Commissione Ichese ha accertato in via definitiva che nell’area di Rivara non è mai stata concessa alcuna autorizzazione per attività minerarie, compresa la ricerca, né è stata effettuata alcuna attività di esplorazione mineraria con metodi invasivi negli ultimi trenta anni. La posizione della Regione è chiara e il diniego si estende anche a qualsiasi altro utilizzo dell’acquifero profondo di Rivara, in piena coerenza con la Strategia energetica nazionale. Siamo in continuo contatto con la Commissione Ambiente del Senato per sostenere un emendamento al Collegato ambientale per confermare anche in legge il divieto di stoccaggio in tutti gli acquiferi profondi».
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