“Per completare la ricostruzione nei 15 Comuni del basso mantovano colpiti dal terremoto mancano 500 milioni. Finora la ripartizione dei soldi con l’Emilia è stata iniqua”. Lo ha detto la sindaca di Moglia, Simona Maretti, a Matteo Renzi che ha visitato il Comune con i maggiori danni dal sisma 2012. Il premier: “Abbiamo liberato i primi 205 mln per la ricostruzione, a disposizione entro maggio. E’ finita – riporta Ansa – l’era dei cittadini di serie A e B. Un errore consentire 2 risposte diverse”.
Dure le parole degli amministratori locali «Bisogna finirla con la regionalizzazione incontrollata che c’è stata fino ad ora – ha aggiunto la sindaca-. Il terremoto ha colpito duramente i nostri Comuni al confine con l’Emilia, ma il decreto 74 ha determinato palesi disparità di trattamento tra cittadini vittime dello stesso danno. La ripartizione delle risorse è stata iniqua cosicchè Comuni emiliani distanti da noi qualche centinaia di metri hanno avuto più soldi dei nostri».
Angela Zibordi, primo cittadino di san Giovanni del Dosso, altro Comune duramente colpito dal sisma, ha ricordato che «si è lasciato molto all’intraprendenza dei sindaci che – si legge sul Giorno – si sono inventati soluzioni visto che non era possibile applicare in Lombardia le stesse regole dell’Emilia» e che «mancano ancora 306 milioni di euro per far riprendere l’attività a 303 aziende». Un’altra «discriminazione con i nostri vicini emiliani» è stata evidenziata da Simona Panzani del comitato di sfollati di Moglia: «da noi – ha detto – è stato imposto il criterio cronologico per il finanziamento delle pratiche di ricostruzione, mentre in Emilia no. Così, da noi è successo che le seconde case siano passate davanti alle prime. In questo modo tanta gente è andata o andrà via da Moglia e da altri paesi».