Venerdì 17 maggio, alle ore 21, nella Sala Verde del Palazzo Abbaziale in piazza Caduti Partigiani, si terrà la presentazione del numero 18 della rivista annuale “Memorie”.
Il Centro Studi, fondato nel 1987 da mons. Francesco Gavioli, fin dall’inizio della sua attività si è prefissato di pubblicare ricerche storiche, ma anche di raccogliere articoli o brevi saggi di storia locale della provincia di Modena ed in particolare di Nonantola al fine di non disperdere ricordi di avvenimenti e persone che costituiscono appunto la memoria di una comunità e di una società.
In questo numero sono pubblicate diciassette relazioni, tra queste:
La prof. Olimpia Nuzzi descrive l’attività di Guido Corni, figlio del fondatore degli omonimi Istituti scolastici, come esperto di meccanica e metallurgia. Egli progettò un’auto blindata dotata di due torrette ruotanti armate con due mitragliatrici che fu prodotta in numerosi esemplari dall’Ansaldo di Genova ed utilizzata durante la Prima Guerra Mondiale. Lo scrittore futurista Marinetti nel romanzo “L’alcova d’acciaio” racconta la sua partecipazione all’offensiva italiana di Vittorio Veneto alla guida di questa autoblinda Ansaldo-Corni. Guido Corni, appassionato di motori e voli, collaborò anche con Orsi, Ferrari e Stanguellini e nel 1909 progettò un prototipo di aereo denominato “ABC” che però non ebbe il successo dell’autoblindo.
Gabriella Malagoli, nell’articolo “Nonantola fra Modena e Bologna ai tempi del Duca Passerino”, narra le tensioni tra Modena e Bologna provocate dalla decisione dei monaci benedettini e del popolo di Nonantola, nel 1131, di porsi sotto la protezione del Comune di Bologna. I contrasti tra le due città durarono diversi decenni durante i quali decadde l’importanza di Nonantola che rimase comunque una realtà importante per Bologna e per il papa che eressero a sua difesa la massiccia Rocca, o Torre dei Bolognesi. Nonantola, dopo la famosa ed importante battaglia di Zappolino, il 15 Novembre 1325, dove i modenesi, comandati dal Duca Passerino Bonacorsi, sconfissero i bolognesi del partito guelfo, avrebbe dovuto passare sotto la giurisdizione di Modena, ma ancora nel 1332 ciò non era ancora avvenuto.
La prof. Emanuela Marinelli nella sua ricerca storica “Nonantola ed il suo Seminario” rifacendosi alla Dedicatoria del 1830 al Cardinale Abate Adeodato Caleffi evidenzia come San Carlo Borromeo, pure lui abate commendatario di Nonantola dal 1560, fondasse dopo il Concilio di Trento il Seminario Abbaziale Nonantolano con rogito del 22 aprile 1567. L’impegno del cardinale milanese per concretizzare le decisioni del Concilio di Trento era finalizzato alla evangelizzazione sui principi fondamentali della religione cattolica e sulla formazione teologica dei sacerdoti. I successivi abati commendatari, Giulio Della Rovere e Sebastiano Tanaro definirono le condizioni giuridiche, amministrative e strutturali dell’edificio per l’apertura del Seminario che fu inaugurato il 20 Novembre 1714. Il primo rettore fu don Domenico Morisi, con lui Nonantola ritrovò parte del suo prestigio perché fra i docenti e gli allievi si distinsero ed emersero personaggi eccellenti per ingegno ed incarichi come lo storico Andrea Placido Ansaloni, collaboratore del Tiraboschi, e l’insigne giurista Giovanni Veratti.
Dal 1870 sotto la guida dell’Abate Francesco d’Este il Seminario rafforzò la sua opera educativa, ma nel 1789 fu chiuso per ordine dei rivoluzionari francesi. Riaperto nel 1814 riconfermò gli intenti del Borromeo: formazione teologica del clero, studi gratuiti per gli alunni meritevoli e poveri fino alla sua chiusura definitiva nel 1972.
Giulio Verrecchia, presidente dell’Associazione Studi Militari Emilia e Romagna, analizza lo scontro che si ebbe nel pomeriggio del 21 Aprile 1945 tra le Compagnie della X Divisione americana e le retroguardie tedesche. Gli alleati con l’offensiva di primavera iniziata il 7 Aprile, sfondata la Linea Gotica e liberavano la Pianura Padana; essenziale per il passaggio dei mezzi pesanti della V Armata USA, diretti verso il Po ed il nord d’Italia, era la conquista dei ponti sul Panaro di sant’Ambrogio, Navicello e Camposanto. Infatti, una volta presidiato il Ponte di Navicello, i mezzi corazzati americani arrivarono nella notte del 21 Aprile alla Crocetta di Modena ed il giorno seguente liberarono la città dagli ultimi tedeschi rimasti con l’aiuto dei partigiani.
Per la conquista del Ponte di Navicello si sviluppò uno scontro con una piccola retroguardia tedesca lungo la Via Maestra di Bagazzano nei pressi di Casa Prandi. I soldati americani furono colpiti anche dal fuoco amico di un aereo e subirono sette perdite. In base a nuovi documenti il rapporto di volo n.ro 370 della FAB (Forza Aerea Brasiliana) ed alla testimonianza di Victor Colway del Comando USA, all’analisi degli orari e delle carte topografiche, l‘autore avanza l’ipotesi probabilistica che il bombardamento sia da attribuire ad un aereo brasiliano Thumberbolt che nel pomeriggio del 21 Aprile operava nella zona.