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Mirandola, approvato il progetto di recupero del Palazzo municipale

da | Mag 25, 2019 | In Primo Piano, Mirandola, Ricostruzione | 0 commenti

MIRANDOLA – La Regione ha dato l’ok definitivo al progetto di ripristino e ristrutturazione del palazzo municipale di piazza Costituente, gravemente danneggiato dal sisma. Lo rende noto un comunicato dell’Amministrazione comunale.

L’importo complessivo dell’intervento ammonta a sei milioni e 471 mila euro e beneficerà di un contributo della Regione Emilia-Romagna per la costruzione post-sisma pari a sei milioni e 71 mila euro e di un cofinanziamento da parte del Comune pari a 400 mila euro. Prossimo step è la pubblicazione del bando di gara e si prevede che entro l’anno 2019 possano già iniziare i lavori.

Il prestigioso monumento di piazza Costituente 1, costruito da Giovanni Francesco I a decorrere dal 1468 e terminato dai suoi successori, è stato gravemente danneggiato dal sisma del 2012. Pur presentandosi all’esterno senza crolli (grazie al tempestivo intervento dell’Amministrazione comunale) ed in apparente buono stato di conservazione, l’edificio mostra in realtà, al proprio interno, gravissimi dissesti e lesioni delle murature portanti, realizzate al piano nobile sin dall’inizio della sua costruzione con mattoni legati con terra cruda.

Subito dopo il terremoto l’Amministrazione comunale (su progetto autorizzato dalla Soprintendenza e finanziato dall’Agenzia regionale per la ricostruzione) aveva provveduto a mettere in sicurezza l’edificio mediante opere provvisionali costituite da puntellature, calastrellature, ponteggi, che sono tutt’ora presenti, e che indicano la gravità del danno subito.

Il monumento, già sede del Municipio di Mirandola, rappresenta dal punto di vista urbanistico e storico l’emergenza architettonica più importante della città, in quanto costituisce la “quinta urbana” di piazza Costituente ed esprime i principali avvenimenti che hanno caratterizzato il passato della città e della comunità locale.

Il restauro prevede di restituire dignità al monumento così gravemente ferito e di migliorare sismicamente l’edificio, non solo mediante la riparazione dei danni, ma elevando il livello di sicurezza. L’approccio è stato quanto mai cauto e rigoroso, nella consapevolezza del fatto che, pur costituendo le opere di miglioramento sismico un impatto notevole, esse dovessero essere realizzate mediante oculati interventi in grado di coniugare la tutela dei valori culturali ed estetico-figurativi con la sicurezza del manufatto e dei suoi fruitori. Spiegano i tecnici comunali: «Riorganizzazione funzionale degli uffici, realizzazione di un nuovo collegamento verticale, restauro delle decorazioni (in particolare del suggestivo scalone monumentale che, realizzato dal mirandolese Mario Guerzoni all’inizio del Novecento, rappresenta un esempio di ottima architettura eclettica emiliana dell’epoca), restauro delle superfici architettoniche della composta ed elegante facciata post-unitaria di Vincenzo Maestri, allora direttore dell’Accademia di Modena, adeguamenti impiantistici e strutturali sono stati concepiti in un’ottica di sistema e non come singoli elementi separati fra loro, interloquendo tanto con la Soprintendenza di Bologna, quanto con gli Enti regionali preposti alla sismica. Il riuso e la distribuzione funzionale del Palazzo sono stati revisionati in funzione dell’inserimento delle attività programmate in spazi opportuni, senza creare forzature, e recuperando le percorrenze già esistenti mediante la demolizione di elementi impropri quali l’ascensore che interrompe la percorrenza del corridoio quadrilatero posto al piano nobile; la scala di collegamento fra piano primo e piano secondo ubicata nell’atrio di arrivo dello scalone monumentale».

L’edificio è stato diviso in aree funzionali per meglio organizzare l’attività lavorative e meglio facilitare l’orientamento dell’utente. Al piano terra e al piano ammezzato sono previste le funzioni a stretto contatto con il pubblico. Al piano primo sono collocate le attività di maggior rappresentatività destinate a sindaco, assessori, segretario generale. La sala Granda oltre a svolgere il ruolo di sala consiliare si riapproprierà della funzione di galleria espositiva, in cui saranno ricollocati i quadri. Al piano secondo sono state ubicate attività che non hanno strette relazioni col pubblico esterno e che, generalmente si interfacciano solamente con gli impiegati del Comune.

Il riuso della sede comunale prevede una nuova scala per garantire lo svolgimento in sicurezza delle assemblee consiliari e, come imposto dalla Soprintendenza, il riallestimento della famosa Galleria dei Pico, presente in passato nell’attuale Sala consiliare.

La scala contenente al suo interno un nuovo ascensore è stata ubicata nell’angolo sud-ovest in una posizione in cui in passato erano presenti scale poi demolite.

Anche il ricco apparato decorativo che risale alla fine dell’Ottocento-inizio Novecento verrà restaurato per ridare dignità e fascino al monumento. Laborioso sarà l’intervento sulle decorazioni dello scalone monumentale, che saranno distaccate e riportate su supporti al fine di poter intervenire in modo adeguato ed efficace sulle murature portanti.

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