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Inaugurata la residenza per disabili gravi – LE FOTO

da | Giu 2, 2019 | San Felice sul Panaro | 0 commenti

SAN FELICE SUL PANARO – È stata inaugurata sabato 1 giugno a San Felice sul Panaro la Residenza per disabili gravi realizzata grazie alla generosità dei lavoratori e delle imprese che hanno accolto l’invito di Confindustria, CGIL, CISL, UIL e Confservizi a contribuire alla rinascita dei territori colpiti dal sisma cinque anni fa. Nel Fondo sono confluiti i contributi volontari dei lavoratori e delle imprese di tutto il Paese, per un totale di circa 7.700.000 di euro.

Alla cerimonia sono intervenuti tra gli altri il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, il Segretario generale UIL Emilia-Romagna Giuliano Zignani in rappresentanza CGIL CISL UIL Emilia-Romagna, il Presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario alla ricostruzione Stefano Bonaccini, il Garante del Trust Nuova Polis Onlus Piero Gnudi,  l’architetto Mario Cucinella e l’ex Presidente ASP Comuni modenesi Area Nord Paolo Negro.

Hanno concluso i lavori il Vice Presidente Confindustria Stefan Pan e la Segretaria confederale CGIL Tania Scacchetti in rappresentanza di CGIL CISL UIL nazionali.

Al termine dell’incontro i rappresentanti di Confindustria, CGIL, CISL, UIL e Confservizi hanno consegnato simbolicamente le chiavi della struttura al neo Sindaco Michele Goldoni e al nuovo Presidente dell’ASP Stefano Paltrinieri.

LA STRUTTURA

Il Centro socio sanitario “Nuovo Picchio” è una struttura destinata ad accogliere fino a 22 ospiti con gravi disabilità e servirà il bacino d’utenza di nove comuni dell’area nord della provincia di Modena. Organizzato su due livelli, ospita al piano inferiore le attività diurne e di laboratorio, mentre al piano superiore sono disposte le stanze da letto per gli utenti.

San Felice si colloca in un paesaggio agricolo, circondato dalle coltivazioni più diverse, e proprio dall’osservazione di questo territorio il Workshop ha individuato il concept di progetto nell’archetipo del fienile. La scelta del tetto a falde, forma-simbolo dell’abitazione, comporta un’immediata associazione alla casa, qualità importante per comunicare sicurezza ai ragazzi che la abiteranno. L’edificio si compone di 4 corpi aggregati, compenetrati l’uno all’altro, creando uno spazio unitario all’interno ma lasciando esternamente la percezione dei volumi distinti.

Il fronte principale che si affaccia su via Garibaldi è uno spazio senza barriere, completamente permeabile. Un piccolo spazio pubblico donato alla città, che aumenterà la relazione tra i ragazzi che usufruiranno della struttura e la cittadinanza – anche mediante le ampie vetrate, che permettono di instaurare un rapporto visivo tra esterno e interno.

Il progetto delle aree verdi esterne è studiato secondo i principi dell’“healing garden”, che permettono di favorire e migliorare la salute e il benessere degli ospiti attraverso la scelta delle specie vegetali e il disegno dei percorsi pavimentati. Il giardino diventa uno spazio terapeutico in cui compiere attività all’aperto, multi-sensoriali, mediante micro-giardinaggio e coltivazione di piante aromatiche.

La tecnologia costruttiva in legno X-LAM e la scelta di stratigrafie completamente a secco hanno ridotto i tempi di cantiere e garantiscono alla struttura elevate prestazioni termico-acustiche per garantire il massimo comfort all’interno della struttura. È prevista la raccolta delle acque piovane da riutilizzarsi per i servizi, le pulizie e l’irrigazione.

La progettazione passiva, combinata con l’uso di impianti a elevata efficienza energetica alimentati dalla rete di teleriscaldamento, consente la certificazione dell’edificio in classe energetica A.

I COMMENTI
«L’esperienza del sisma e la reazione che ne è seguita  –  dichiara il Presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari – ci hanno mostrato una società più coesa di prima attorno a valori come solidarietà, attenzione alle comunità, priorità alle esigenze dei giovani e  delle persone fragili. Questi interventi, insieme a tutti quelli realizzati nell’area del sisma, sono una conferma che si possono e si debbono fare opere di pubblica utilità in tempi ragionevoli e con criteri rigorosi.  Lo dico in una fase in cui nel nostro Paese gli investimenti pubblici, specie infrastrutturali, sono fermi e oggetto di diatribe politiche invece di essere volàno di crescita e sviluppo».

«Per rivitalizzare questi territori abbiamo deciso  – aggiunge il Segretario generale UIL Emilia-Romagna Giuliano Zignani in rappresentanza CGIL CISL UIL Emilia-Romagna – di creare nuovi centri di aggregazione, un modo per rinsaldare la coesione sociale attraverso un nuovo e prezioso legame tra generazioni. Nell’affidamento dei lavori abbiamo seguito criteri rigorosi di sicurezza e massima trasparenza, selezionando le imprese in base a requisiti tra i quali  l’iscrizione nella white list  prevista dal Protocollo di legalità  tra Istituzioni, associazioni datoriali e sindacati».

«Lo strumento giuridico utilizzato per questa iniziativa, il Trust –  dichiara Piero Gnudi, Garante del Trust Nuova Polis Onlus –  è del tutto innovativo per la realizzazione di opere con finalità di beneficenza. Abbiamo chiesto ed ottenuto, grazie alla sensibilità dell’Agenzia delle Entrate,  riconoscimento del Trust quale Onlus: tutti i fondi donati dai privati sono stati effettivamente ed esclusivamente utilizzati per coprire i costi sostenuti per la realizzazione delle opere e sono stati, primo caso in Italia, esentati dall’imposta di donazione».

«Termina con questo edificio la grande esperienza, maturata in questi anni, sulla ricostruzione. Esperienza resa possibile grazie ai fondi del Trust, donati dai lavoratori e dagli imprenditori che sono stati al nostro fianco.  La Residenza è l’ultimo intervento, di grande rilevanza per le comunità locali –   ha illustrato l’architetto Mario Cucinella –. Ancora una volta l’esempio della ricostruzione dell’Emilia-Romagna ha mostrato come sia possibile ricostruire meglio di prima, con attenzione ai bisogni delle comunità. Il Centro Socio Sanitario “Nuovo Picchio” sarà un luogo di grande e nuova felicità, sia per le persone ospitate, sia per le famiglie che devono affrontare difficoltà con uno straordinario coraggio. L’architettura è stata punto di partenza di questo percorso collettivo e si è mostrata come uno strumento potente e soprattutto utile. Abbiamo iniziato alla prima conferenza stampa, qualche anno fa, parlando di pillole di bellezza. Oggi quella bellezza è tutta nella felicità di queste comunità: Pieve di Cento, Quistello, Bondeno, Reggiolo e San Felice. Un grazie va inoltre ai sei giovani ingegneri e architetti che hanno collaborato a questo progetto, Arianna Balboni, Mirco Bianchini, Francesco Galli, Valentino Gareri, Federico La Piccirella e Clelia Zappalà, che hanno avuto anche una grande opportunità di crescere professionalmente e che si faranno portavoce di una bellezza contagiosa».

«Consegniamo oggi a questa comunità una struttura che testimonia la straordinaria generosità di tantissimi cittadini e lavoratori che, con le proprie donazioni, hanno voluto esprimere la forte vicinanza alla nostra regione dopo il terremoto del 2012 –  sottolinea il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini   –. Un punto di riferimento importante per chi è affetto da disabilità gravi e gravissime e per le loro famiglie che in questo luogo moderno, accogliente, dotato di tanti servizi e pensato su misura per le esigenze dei suoi ospiti, potranno contare su assistenza e cure adeguate. Sono oltre 250 –  spiega il Presidente –  i Centri di assistenza diurna e a tempo pieno attivi su tutto il territorio regionale, in grado di ospitare quasi 4.000 persone. Una rete di accoglienza sulla quale abbiamo investito e che continueremo a sostenere e a rafforzare: anche nel 2018 l’Emilia-Romagna è stata la regione che ha destinato al Fondo per la non autosufficienza le risorse maggiori, quasi 483 milioni di euro, un terzo delle quali destinate ai servizi socio-sanitari per le persone disabili».

«La costituzione del fondo di solidarietà attivato da sindacati e imprese all’indomani dell’evento sismico che colpì in modo drammatico  l’Emilia Romagna nel 2012 –  afferma la Segretaria confederale CGIL Tania Scacchetti in rappresentanza di CGIL CISL UIL nazionali  – è un esempio concreto di  quanto le parti sociali, lavoratori  e le imprese sappiano mantenersi saldamente ancorati  ai valori della solidarietà , dando un contributo importante alla tenuta e alla coesione del Paese. La struttura che si inaugura oggi ne è una delle migliori rappresentazioni in un territorio che ha scelto non solo di non arrendersi, ma di ricostruire, di farlo meglio di prima. La scelta di individuare  nelle strutture aggregative, sportive o socio sanitarie per disabili gravi come nel caso di San Felice sul Panaro è la scelta di chi decide di scommettere sulla comunità, sulla coesione sociale, sul welfare come condizioni necessarie per uno sviluppo sostenibile per lavoratori e imprese. Per questo oggi per il Sindacato e per la rappresentanza datoriale non può che essere un buon giorno».

«Questa esperienza   –    conclude  il Vice Presidente Confindustria Stefan Pan  – insegna che  l’unità di intenti tra lavoro e impresa può rappresentare un formidabile collante per tutta la società. Solo con questo spirito propositivo e unitario sarà possibile far crescere l’Italia. Questi territori, che rappresentano più del 2% del PIL nazionale, sono stati capaci di risollevarsi con forza e in tempi brevi. Un esempio per tutto il Paese per far ripartire in questo difficile momento tutta l’economia italiana. Parlare di sviluppo economico non significa solo maggiore ricchezza e benessere, opportunità di lavoro e prospettive per i giovani: vuole dire anche far crescere le iniziative di responsabilità sociale, nuovo welfare e maggiore solidarietà».

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