CARPI, MIRANDOLA E DINTORNI – È giunta nei giorni scorsi la notizia del riconoscimento, alla Breast Unit dell’Azienda USL di Modena con sede all’Ospedale Ramazzini di Carpi, della certificazione dell’European Society of Breast Cancer Specialists (EUSOMA), il più alto organismo scientifico europeo che si occupa del tumore al seno. Lo rende noto un comunicato dell’azienda Usl. Un’analisi stringente dell’attività della struttura diretta dalla dottoressa Maria Grazia Lazzaretti, durata ben due giorni e che ha riguardato l’organizzazione, la casistica e le competenze dei professionisti, alla presenza di un team di valutatori altamente specializzati provenienti da tutta Europa. Il risultato positivo inserisce ora la Breast Unit dell’Azienda USL tra le 20 strutture in Italia in possesso della certificazione EUSOMA.
Un riconoscimento molto importante – seguito passo dopo passo per un periodo di 2 anni dalla dottoressa Katia Cagossi come Clinical director – che certifica l’esistenza dei requisiti essenziali relativi all’adozione di precise linee guida per la diagnosi e il trattamento del tumore al seno a tutti gli stadi e per la riabilitazione psicofisica della paziente, assicurando l’appropriatezza dei percorsi diagnostici, terapeutici, chirurgici, a partire dalle migliori e più aggiornate evidenze scientifiche. I criteri severamente valutati sono molteplici: dal numero di casi trattati ogni anno alla garanzia della presenza di un team multidisciplinare specializzato nella patologia mammaria che discute collegialmente i casi, dalla tempestività della diagnosi alla condivisione delle scelte terapeutiche con la paziente per una partecipazione informata al percorso di cura. La visita della Commissione a Carpi si è svolta a gennaio: due giornate intense, di verifica scrupolosa e dettagliata di dati, strutture, procedure e modalità operative coinvolte nel percorso senologico.
La Breast Unit dell’Azienda USL di Modena garantisce l’assistenza sulla Provincia di Modena, insistendo particolarmente sull’area Nord. L’accesso al percorso multidisciplinare avviene secondo quattro modalità: da screening (programma provinciale di AUSL Modena); da mammografia clinica (Radiologia di Carpi, Mirandola, Ambulatori privati accreditati dell’area Nord); da Consultorio; con invio al percorso da parte del Medico di medicina generale tramite il contatto diretto con un membro del team. I casi vengono ridiscussi ed eventualmente rivalutati dalla Radiologia di Carpi, di cui per la parte senologica è referente dottoressa Meri Leporati, che si occupa di eseguire anche gli accertamenti diagnostici ritenuti necessari.
Non è la donna a dover contattare i diversi professionisti: tutto avviene all’interno del Centro di senologia, in strutture integrate dal punto di vista funzionale. Il Core team multidisciplinare vede la presenza di Radiologo, Patologo, Chirurgo, Radioterapista, Oncologo; l’Extended team accoglie altre figure cliniche quali Medico nucleare, Chirurgo plastico, Fisiatra, Genetista, Psico-oncologo, Ginecologo con esperienza in preservazione della fertilità, Palliativista; ancora, un Data manager e un Nutrizionista a completare il percorso, e tutto il personale infermieristico e di sala operatoria, per un’assistenza globale dove la connessione fra le varie fasi è guidata dal Case Manager secondo una logica di personalizzazione dell’intero iter.
Prevenzione e screening, approfondimento diagnostico, terapia, follow up e riabilitazione: nella Breast Unit l’assistenza è costruita intorno alla donna, che viene presa per mano per affrontare il carcinoma mammario attraverso un approccio che offre le maggiori chances di guarigione.
La visita della Commissione
Sotto la lente sono finiti i protocolli e le diverse figure professionali che intervengono nei casi di tumore al seno: dell’attività di ciascuno è stata verificata l’aderenza a precisi standard, al fine di misurare con l’utilizzo di una serie di indicatori la qualità dall’assistenza. Ad esempio, l’utilizzo di un database per la raccolta dei dati e il controllo di qualità con un data manager dedicato e sempre a disposizione, l’organizzazione di audit periodici di valutazione e la collaborazione a progetti di ricerca favorendo la partecipazione delle pazienti. Ancora, la Breast Unit deve assicurare la presa in carico delle donne ad alto rischio genetico/familiare e promuovere la prevenzione primaria per ridurre i fattori di rischio del tumore al seno, con attività di educazione sui corretti stili di vita. È stato verificato anche il livello di coinvolgimento delle associazioni di volontariato.
Dopo le verifiche formali sui documenti, un momento interattivo condotto in inglese ha consentito ai valutatori di verificare sul campo la presa in carico, la presenza di professionisti dedicati al trattamento della neoplasia mammaria e le modalità di svolgimento dell’incontro multidiscliplinare di discussione dei casi.
Le raccomandazioni sui requisiti che dovrebbe avere un Centro di Senologia (“The requirements of a specialist Breast Unit”) sono stati pubblicati nel 2000 dalla European Society of Breast Cancer Specialists (Eusoma). Ripresi anche dal Parlamento Europeo (Risoluzione sul Cancro al Seno nell’Unione Europea 2002/2279 INI del 5/06/2003), sono stati poi condivisi anche in Italia dalla Conferenza Stato-Regioni. L’elenco di questi standard è stato stabilito sulla base di una lunga esperienza condivisa a livello europeo e viene riaggiornato periodicamente. L’iter di certificazione ha una validità di tre anni, dopo i quali può essere rinnovato.
I dati
All’interno della Breast Unit dell’Azienda USL si eseguono ogni anno dai 250 ai 350 interventi di Chirurgia oncologica. Nel 2018 sono stati effettuati 250 interventi per neoplasia maligna, con un aumento di attività del 45% rispetto al 2017, quando erano 173. In particolare tra questi sono aumentati (+50%) gli interventi programmati, passati da 157 a 235, eseguiti al 98% nei tempi previsti per la classe di priorità (entro 30 giorni).
In quasi 10 anni di attività sono state prese in carico e curate circa 3000 donne con tumore al seno, il 70% delle quali provenienti dai Distretti di Carpi e Mirandola.
In provincia di Modena, nell’ultimo biennio di riferimento per lo screening (2016-2017), ha aderito allo screening per il tumore alla mammella il 73% delle invitate (circa 91mila donne tra i 45 e i 74 anni); sono state richiamate per approfondimenti 3512 donne (3,8%) su tutto il territorio provinciale.