“Qual è lo stato di salute del Distretto Area Nord?” Se lo chiede la Cgil di Modena nel dibattito-confronto promosso giovedì prossimo 24 settembre a Finale Emilia.
L’iniziativa si tiene presso l’aula magna del liceo Calvi-Morandi (via Digione 20) la mattina alle ore 9 e sino alle 13. In apertura dei lavori è previsto il saluto del sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli e a seguire la relazione introduttiva di Tamara Calzolari della segreteria provinciale Cgil Modena. Intervengono Maino Benatti assessore Sanità Unione Comuni Modenesi Area Nord, Luca Prandini assessore Politiche Sociali Unione Comuni Modenesi Area Nord, Massimo Annichiarico direttore generale Ausl Modena, Cristina Veratti infermiera Casa della Salute Finale Emilia, Paola Luppi sindacato pensionati Spi/Cgil Area nord, Alberto Bellelli co-presidente Conferenza territoriale socio-sanitaria. Conclude i lavori Marina Balestrieri della segreteria regionale Cgil.
L’obiettivo dell’iniziativa è ragionare, insieme ai rappresentanti della sanità, a sindaci, delegati e attivisti sindacali, sui servizi socio-sanitari del distretto: dal ruolo dell’ospedale di Mirandola, alle Case della Salute, alle liste di attesa per visite ed esami, all’integrazione dei servizi socio-sanitari.
“Per valutare l’efficienza dei servizi socio-sanitari nel Distretto – afferma Tamara Calzolari responsabile welfare Cgil Modena – il sindacato ritiene che non solo il ruolo dell’ospedale di Mirandola dentro la rete provinciale meriti una discussione partecipata, ma che occorra allargare lo sguardo per valutare compiutamente l’adeguatezza di tutti i servizi messi in campo, in modo particolare i percorsi da e per l’ospedale (dimissioni protette, presa in carico delle cronicità nelle Case della salute, riabilitazione e assistenza domiciliare, ecc…)”.
La Cgil ritiene altrettanto importante rivendicare che l’integrazione dei 2 ospedali modenesi (Baggiovara e Policlinico) debba avere l’obbiettivo di riequilibrare la rete ospedaliera provinciale investendo nel distretto modenese Area Nord dove minore è la presenza di ospedali strutturati (cosiddetti hub). “Inoltre – continua Calzolari – va tenuta in considerazione la particolare posizione del distretto che si trova in una zona di confine e risente di molta mobilità verso altre province anche extraregionali”.
La Cgil ritiene che sui temi della salute e dell’assistenza si giochi molto del livello di benessere per i cittadini del distretto e con questa iniziativa vuole portare il proprio contributo di valutazione e proposta per migliorare la qualità dei servizi.
In modo particolare, la Cgil sottolinea come senza un organico adeguato di personale medico e soprattutto tecnico-infermieristico, sia impossibile dare gambe a politiche socio-sanitarie efficaci.