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Ospedale Mirandola, per la Cgil è “sempre e solo campagna elettorale”

da | Set 19, 2019 | Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – “Non è possibile assistere ad un dibattito fra le forze politiche che ancora oggi nell’Area Nord si concentra esclusivamente sul tema dell’ospedale, su dove andrebbe posizionato e sui posti letto, senza sentire il bisogno di richiamare tutti quanti ad un approfondimento più concreto e meno strumentale”. Lo scrive in una nota Massimo Tassinari, coordinatore Cgil Area Nord modenese.

Così prosegue il comunicato:

 Continuare a contrapporre i cittadini di Mirandola a quelli di Carpi, ben sapendo che il Governo giallo/verde sul finire della legislatura ha stanziato 60 milioni di euro per la costruzione del nuovo Ospedale di Carpi, significa perdere tempo in un immobilismo che rischia di lasciare la sanità del territorio senza le risposte necessarie ancora per molto tempo.
Inoltre, appare abbastanza superficiale e per questo fuorviante, un approccio che non parte mai da un’attenta indagine conoscitiva dei bisogni emergenti e che evita accuratamente di fare riferimento a dati medico/scientifici.

Purtroppo anche le promesse elettorali che hanno convinto tante persone, mancavano degli argomenti necessari per salvaguardare la salute dei cittadini e quindi ci chiediamo perché almeno ora che le elezioni sono passate, non si punti a rafforzare tutte quelle azioni che vanno sotto il nome di prevenzione?
Perché si continua a pensare che la soluzione ottimale sia solo quella di aumentare i posti letto, senza puntare su letti che siano più efficaci, investendo maggiormente nella specializzazione delle prestazioni, come ad esempio nei percorsi di cura e riabilitazione?

Perché non si chiede con forza che le Case della Salute già attive siano potenziate al massimo per rendere efficace il loro ruolo e magari sollecitare l’avvio dei lavori di quelle che ancora debbono nascere?

Le liste d’attesa sono e restano un problema serio specialmente per coloro che hanno difficoltà a spostarsi, ma i professionisti continuano a mancare, così come la battaglia per arrivare al giusto numero di medici, infermieri, tecnici e assistenti è molto lontana dall’essere vinta.
Per non parlare dei primariati a scavalco che non aiutano certo a sviluppare le eccellenze che pure esistono su Mirandola.

Le ricerche scientifiche, che tutti possono consultare, parlano chiaramente dei bisogni di una popolazione sempre più anziana e che ha diritto di essere assistita al proprio domicilio, di un crescente bisogno psicologico/psichiatrico, del grande disagio dei bambini e degli adolescenti, di problemi enormi legati alle varie dipendenze, e di difficoltà sociali sempre più intrecciate con problemi di salute, nonché di consultori familiari da organizzare meglio.

E’ su questi problemi, che troppo spesso rappresentano un vero dramma per le famiglie, cioè centinaia di utenti che tutti i giorni chiedono prestazioni ai servizi territoriali di base, che andrebbero concertate le energie per garantire veramente equità di accesso a tutti i cittadini, in un’ottica di rete assistenziale integrata.

A questo territorio serve subito un PUASS (Punto Unico Assistenza Socio Sanitaria) efficiente, cioè una risposta organizzativa in grado di rispondere ai bisogni delle famiglie, determinando al momento del ricovero, il percorso migliore per assistere i pazienti dopo la dimissione.
Ovviamente il potenziamento dell’Ospedale di Mirandola deve arrivare in tempi brevissimi e sopratutto in stretta sinergia con il lavoro dei Servizi territoriali, a partire dalla cura delle cronicità (diabete, scompenso cardiaco, malattie polmonari, demenze).

Il Punto nascite, che nonostante gli sforzi degli ultimi tempi rischia la chiusura anche quest’anno, necessità di azioni più incisive e coordinate a livello provinciale.

La prevista costruzione degli OSCO (ospedali di comunità) con 20 posti letto a Finale Emilia e 23 su Mirandola, deve accelerare al massimo per confermare il disegno per lo sviluppo sanitario sull’area.
Stiamo tutti aspettando che la rete provinciale assistenziale metta a disposizione un numero adeguato di posti letto di sollievo, perché riteniamo che non possano bastare gli unici 2, sino ad ora attivati.
Solo la realizzazione dell’Hospice con i sui 14 posti, potrà completare il quadro delle risposte alle esigenze sacrosante dei cittadini.

Infine siamo convinti che un’azione strategica che sostenga l’innovazione, la ricerca scientifica e la formazione, attraverso le risorse presenti sul territorio, a partire dal Tecnopolo, possa essere decisiva per valorizzare l’insieme dei servizi sanitari locali.

La Cgil chiederà alle istituzioni, nell’ambito del confronto con le parti sociali all’interno dei Piani Sociali di Zona, di assumersi congiuntamente l’impegno di affermare un sistema di welfare, sulla base dei principi fondamentali di inclusività e universalità, utile per garantire fin da subito il benessere della nostra collettività.

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