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Trivellazioni, anche Rc chiede alla Regione di dire no

da | Set 26, 2015 | Ultime news | 0 commenti

Il 30 agosto, all’indomani della richiesta di Referendum avanzata dal Coordinamento SOS ADRIATICO Rimini e del Coordinamento Nazionale No Triv per fermare la proliferazione delle trivellazioni a scopo energetico, previste dall’articolo 35 del Decreto Sviluppo, abbiamo chiesto alla Regione Emilia Romagna di sostenere la proposta referendaria. A questa richiesta il solo atto assunto dalla giunta Bonaccini in materia di trivellazioni è stato quello di riattivare le introspezioni nei luoghi colpiti dal Sisma del 2012 e fermate dalla giunta Errani. E’ quanto si legge in un comunicato a firma di Stefano Lugli, Segretario Regionale PRC Emilia Romagna e di Sara Visintin, Responsabile Ambiente segreteria Regionale PRC Emilia Romagna
“Oggi che il referendum è certo, perché la richiesta di consultazione referendaria è già stata votata da 5 Consigli Regionali – ricorda la nota -chiediamo alla maggioranza che governa in Regione di esprimere una posizione chiara su quale sia la sua politica in materia energetica. L’occasione si presenta  martedì 29 settembre, quando sarà discussa la delibera a sostegno del referendum su richiesta dei gruppi consiliari de L’altra Emilia Romagna, di Sel e del Movimento 5 Stelle, oltre a due risoluzioni di contrarietà alle trivellazioni proposte da M5S e AER tra giugno e luglio.
L’Italia consuma annualmente 60 milioni di tonnellate di petrolio, un consumo che risulta essere tre volte tanto il quantitativo totale stimato di petrolio nel nostro sottosuolo (compreso quello marino). I dati 2014 del MISE dimostrano che la produzione nazionale di olio greggio è insignificante rispetto ai danni evidenziati e ai rischi generabili dalle trivellazioni, quali sismicità indotta e subsidenza.
Rifondazione Comunista ritiene fondamentale dire no alle trivellazioni e investire in forme di approvvigionamento energetico pulite e sicure, puntando sulle Fonti di Energia Rinnovabile capaci di generare economie positive attraverso processi di gestione pubblici e partecipati affinché l’energia sia garantita a tutti.
Il Governo, al contrario, favorisce trivellazioni pericolose ed inutili al solo scopo di garantire introiti considerevoli alle multinazionali del settore, e non attiva alcuna forma di incentivo per le energie sostenibili, come ad es. la  produzione ed il recupero del biometano già oggi utilizzabile per l’immissione in rete e per gli autobus pubblici. Incentivi e sgravi fiscali vanno alle lobby mentre i danni ambientali e l’alto costo dell’energia vanno a chi abita i territori.
Siamo, come al solito, alla privatizzazione dei profitti e alla socializzazione dei danni. E a noi non piace”.

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