FINALE EMILIA – Pioggia di critiche alla notiza che arriveranno 150 mila tonnellate di cippato proveniente dagli alberi del Veneto da bruciare nella centrale a biomasse di Finale Emilia. Un scelta giustificata come solidarietà per aiutare i veneti dopo la tragedia del maltempo dello scorso anno in cui centinaia di alberi sono stati sradicati dal vento.
Sui social non sono mancate le proteste, e anche l’Osservatorio civico Ora tocca Noi, con MaurizioPoletti, ha espresso critiche puntando il dito sull’impatto del traffico pesante. “Se consideriamo che normalmente ogni camion trasporta 30 tonnellate, per fare arrivare a Finale Emilia 150 mila tonnellate di cippato serviranno 5mila mezzi pesanti che equivalgono a 10mila transiti (andata e ritorno). Un vero disastro sia per le ulteriori emissioni tossiche in atmosfera (in particolare anidride carbonica), sia per le già disastrate strade finalesi. Basta – commenta Poletti – non siamo la ‘Pattumiera Valley’. E’ scandaloso che la Regione Emilia Romagna faccia passare questa famigerata decisione come un atto di solidarietà”
Il caso è pronto ad arriavre in Consiglio Comunale. “E’ facile fare solidarietà con gli inceneritori degli altri”, motteggia Stefano Lugli, consiglire coumanle di Sinistra Civica:
Apprendiamo con una certa preoccupazione la notizia che 150mila ton di cippato proveniente dal Cadore saranno bruciate nella centrale elettrica a biomassa di Massa Finalese in deroga all’autorizzazione concessa al funzionamento dell’impianto.
La nostra preoccupazione è legata a diversi aspetti, elenca Sinistra Civica
● Ci chiediamo chi garantisce la completa tracciabilità del cippato in ingresso. Non vorremmo che all’inceneritore finissero anche materiali legnosi di altro tipo, come legname per costruzioni o trattati con impregnanti e vernici che hanno un impatto ancora più negativo sulla nostra salute.● In secondo luogo ci preoccupa l’impatto sulla qualità dell’aria, non solo per la combustione del cippato, ma anche perché il traffico pesante che attraverserà le nostre già malandate strade aumenterà rispetto al tradizionale afflusso di mezzi agricoli all’impianto con conseguenze negative sulla qualità dell’aria. Ricordiamo che il vincolo di raccogliere biomassa entro un raggio di 50 km – non 70 Km come sostiene la Regione nel suo comunicato – era stato inserito nell’autorizzazione per minimizzare l’impatto ambientale derivante dal trasporto, che con la deroga concessa dalla Regione ora viene eluso.
● Ci domandiamo che impatto ha questa scelta sull’agricoltura locale e quale è la durata della deroga. Ricordiamo che la centrale elettrica di Massa Finalese è autorizzata a funzionare con 100.000 tonnellate di biomassa agricola all’anno provenienti dalla coltivazione di 5.000 ettari di terreno, che ora dovranno inevitabilmente individuare altre coltivazioni.
● Ci domandiamo, infine, dove sarà stoccato il cippato, visto che il piazzale dell’inceneritore è costantemente pieno di rotoballe.
Domande a cui vogliamo risposte, innanzitutto dal sindaco Palazzi che, ancora una volta, non si è preoccupato di informare e condividere con i cittadini e il consiglio comunale il suo assenso – almeno così dice la nota della Regione – a questa decisione che impatta su tutta la nostra comunità.
Al presidente Bonaccini, che in piena campagna elettorale si vanta della solidarietà dell’Emilia-Romagna nei confronti del Veneto, diciamo che è facile fare solidarietà con gli inceneritori degli altri, e lo invitiamo ad essere solidale anche con i finalesi rinuciando a voler imporre a Finale Emilia una maxidiscarica di rifiuti speciali contro il parere dell’intero consiglio comunale.