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Trivelle a pochi passi dall’argine, Spica: “Continui tremori, che garanzie di sicurezza?”

da | Nov 7, 2015 | Mirandola, Concordia, San Possidonio, Bastiglia | 0 commenti

E’ andato vibrometro alla mano a visitare la zona di Concordia dove da diversi anni i “Pozzi Cavone 3-7-8” sono in funzione e che – ha osservato – producono un costante tremito registrato nelle zone del vicino argine del Secchia e del metanodotto. Ecco cosa racconta il consigliere di Bastiglia Antonio Spica (FdI-An), che al termine delle sue osservazioni si chiede: “Che garanzie ci sono per la sicurezza? Le stesse delle commissioni regionali di facciata?”
Di terremoto nel modenese non se ne parla più – scrive Spica – E per fortuna. C’è chi sostiene che, come a L’Aquila, bisogna imparare a conviverci, ma quando il sisma è tornato a bussare con un tocco di 3,5 gradi, come qualche settimana fa, tutti tornano a parlarne e si ricordano delle trivelle e dei pozzi dell’area “Cavone”. Allora bisogna armarsi di santa pazienza (e nella bassa modenese ne abbiamo dimostrata tanta), e perdere domeniche mattine a girovagare alla ricerca del fantomatico Cavone, che solo grazie a persone del luogo riesci a scovare. 
Di terremoto e alluvioni se ne parla anche in campagna elettorale, troppe e tante volte la sinistra modenese ci ha parlato di stop alle trivelle e messa in sicurezza del nodo idraulico, il popolo ha abboccato, e dopo le elezioni, dopo aver rivotato sempre gli stessi, siamo ancora qui a parlarne. 
Subito dopo il sisma del maggio-giugno 2012, l’allora Governatore emiliano Vasco Errani stoppo’ le trivelle (ma c’è chi sostiene che in verità non si sono mai fermate), e istituì la commissione ICHESE che avrebbe dovuto sciogliere ogni dubbio su correlazione fra trivelle, fracking e scossoni, ma quella commissione si sciolse subito senza però sciogliere con certezza alcun dubbio.
Tanti dubbi sono rimasti a molti, come al Prof. Franco Ortolani, docente di geologia all’Università Federico II di Napoli:  “La trasparenza usata per l’indagine al Cavone è solo di facciata, per commentare le conclusioni bisognerebbe accedere ai dati, e i dati sono lacunosi. Sin da subito la sperimentazione è stata una partita giocata tra le parti interessate, con Padana Energia incaricata di monitorare pur essendo titolare della concessione mineraria, e due dei professori americani chiamati ad analizzare il giacimento che conducono ricerche per l’MIT finanziate da Eni”. Come fidarsi, dunque? Se controllore e controllato sono la stessa entità, non è facile stare tranquilli. 
Ecco perché mi sono recato sul posto per diverse settimane e verificare di persona la realtà, osservando prima di tutto che le trivelle sono attive e funzionanti. Fra l’altro appare assai strano che il sito “Pozzo Cavone 3-7-8” si trovi a pochi metri dall’argine del fiume Secchia, fra Concordia e Novi, su cui passa per altro il metanodotto. Abbiamo sottoposto a misura, con strumenti rudimentali, le vibrazioni del terreno, appurando che esiste un costante tremolio. Quali elementi di sicurezza ci sono per asserire che l’argine non ne risenta?
GUARDA LE TRIVELLE IN AZIONE  CAVONE-WA0000
Credo che la Regione Emilia Romagna debba ai cittadini risposte serie e fondate, su basi certe di esperti “al di sopra delle parti”. È altresì auspicabile che certa politica dia ascolto ai cittadini anziché preferire il dialogo con i “poteri forti”, e che la Regione metta al primo posto la tutela della cittadinanza e la ricerca della verità, senza dover sempre giustificarsi a sciagura avvenuta.

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