La Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato dell’AOU di Modena conferma nuovamente la sua vocazione alla ricerca e allo sviluppo, segnando una tappa importante nel campo del trapianto di rene. L’equipe – composta da chirurghi vascolari e chirurghi trapiantologhi – guidata dal prof. Fabrizio Di Benedetto di UNIMORE ha infatti portato a termine la scorsa settimana un trapianto di rene da donatore vivente con prelievo completamente robotico. Si tratta del primo caso condotto con questa tecnologia in Emilia-Romagna, e va ad arricchire l’offerta al territorio all’interno di un programma chirurgico trapiantologico già di primo piano. Il donatore è già stato dimesso, il ricevente sta proseguendo la convalescenza.
“Dal primo di Novembre abbiamo affidato la responsabilità chirurgica del programma di trapianto di rene al prof. Di Benedetto – ha spiegato il dottor Ivan Trenti, Direttore generale dell’AOU di Modena – grazie alla sinergia con il Prof Cappelli, direttore della Nefrologia e grande esperto nei trapianti di rene, oltre che con i reparti ed il personale di entrambi i nostri stabilimenti ospedalieri, abbiamo potuto offrire al nostro paziente ed al suo donatore questa opportunità. Non è una casualità ma il frutto di un lavoro che ha coinvolto numerosi specialisti”.
“È un importante traguardo del nostro programma di lavoro – spiega il prof. Di Benedetto – che si prefigge di portare costantemente innovazione e qualità per i cittadini che si rivolgono al Sistema Sanitario Nazionale. Garantire la sicurezza dell’intervento e migliorare la qualità di vita dei donatori significa valorizzare il loro gesto di altruismo, dotandoci di uno strumento in più per rispondere alle esigenze di tutti i pazienti che aspettano un trapianto di rene, incrementando il numero dei trapianti e riducendo i tempi di attesa. Grazie all’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni dal Centro di Coordinamento Regionale Trapianti diretto dalla Dott.ssa Gabriela Sangiorgi, stiamo assistendo ad una crescita costante delle donazioni che pone la Regione Emilia-Romagna ai vertici nazionali”.
“Le equipe delle due strutture ospedaliere coinvolte – ha spiegato la dottoressa Elda Longhitano, Direttore Gestione Operativa dell’AOU – hanno lavorato insieme ancora una volta con grande efficacia al percorso del donatore e del ricevente. Infatti, mentre il prelievo robotico sul donatore è stato eseguito nelle sale operatorie dell’Ospedale di Baggiovara, il trapianto si è svolto al Policlinico grazie al trasporto tempestivo dell’organo da parte di Modena Soccorso, secondo procedure di Sicurezza elaborate grazie alla collaborazione del Servizio assicurazione Qualità.”
“Tra i prossimi obiettivi – ha aggiunto il Prof Di Benedetto – c’è quello di applicare la tecnologia robotica anche al trapianto di rene. La collaborazione con chi ci ha preceduto nell’attività di trapianto di rene come l’esperto dott. Massimo Giovannoni della Chirurgia Vascolare, il reparto di Nefrologia diretto dal prof. Gianni Cappelli, la dott.ssa Elisabetta Bertellini ed il prof. Massimo Girardis con le loro equipe anestesiologiche, il sostegno della Direzione Sanitaria, i radiologi che hanno studiato con noi i pazienti e tutto il personale infermieristico dentro e fuori la sala operatoria: questi risultati si costruiscono grazie all’impegno di tanti eccellenti professionisti che quotidianamente mettono in campo la loro determinazione a rendere l’Ospedale un centro di qualità, sicurezza ed efficienza”.
“La tradizione dei trapianti di rene a Modena, già consolidata da vent’anni di esperienza ed una casistica di 676 trapianti eseguiti, si arricchisce di una nuova opportunità per i pazienti e i loro familiari – precisa il prof. Gianni Cappelli – quella di offrire al donatore la tecnica chirurgica più moderna e meno invasiva. Questo permetterà di incrementare la risorsa della donazione da vivente con l’obiettivo di raggiungere una percentuale in linea con gli standard internazionali. 60 sono ad oggi i trapianti eseguiti da donatore vivente ma la possibilità di proporre una metodica mininvasiva permetterà alla immissione nella lista di attesa, curata dal Dr. Giacomo Mori, di facilitare il consenso del potenziale donatore. In quest’ottica anche il percorso di preparazione del paziente con malattia renale cronica avanzata alla scelta della migliore terapia sostitutiva renale potrà incrementare le possibilità di individuare coppie di donatore/ricevente nel follow-up ambulatoriale nefrologico e permettere il trapianto prima della dialisi”.
“Dal punto di vista anestesiologico – spiega la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia e Rianimazione di Baggiovara – il prelievo robotico richiede procedure peculiari per un intervento più breve e meno invasivo. La metodica mini-invasiva consente, inoltre, un rapido recupero delle funzioni vitali e un ottimale controllo del dolore post-operatorio. In sala era presente il dottor Marco Degoli esperto in anestesia per la chirurgia robotica, che lavora spesso con l’equipe della chirurgia dei trapianti nella chirurgia robotica”. Il trapianto è stato poi effettuato nelle sale operatorie del Policlinico di Modena con una procedura di chirurgia tradizionale, col supporto dell’equipe anestesiologica dell’Anestesia e Rianimazione 1, diretta dal prof. Massimo Girardis.
Non c’è solo la lunga esperienza nella chirurgia robotica maturata su fegato e pancreas dal gruppo del prof. Di Benedetto, ma una programmazione mirata dietro al raggiungimento di questo primato regionale. “Abbiamo fortemente voluto l’arrivo nella nostra Università del prof. Stefano Di Sandro, recentemente chiamato a rivestire il ruolo di Professore Associato di Chirurgia – commenta il prof. Giovanni Pellacani, Presidente della Facoltà di Medicina dell’Università di Modena e Reggio Emilia – Si tratta di un’eccellenza di livello internazionale nel campo della chirurgia dei trapianti e mini-invasiva, ed ha apportato un contributo decisivo grazie alle sue competenze nell’applicazione della tecnologia robotica al prelievo di rene da donatore vivente”.
L’utilizzo del robot per il prelievo di rene a scopo di trapianto consente una rapida ripresa ed una riduzione delle complicanze post-operatorie, con conseguente rapido ritorno alle normali attività quotidiane ed un’ottima qualità di vita dopo l’intervento. “È ormai ben noto dalla letteratura internazionale che la donazione di rene è una procedura sicura e che non pone il donatore a rischio nel lungo termine – spiega il prof. Stefano Di Sandro – tuttavia l’approccio mini-invasivo robotico migliora la sicurezza dell’intervento grazie all’ingrandimento, alla stabilità dell’immagine e alla flessibilità degli strumenti. Inoltre, porta ad ottimi risultati funzionali e cosmetici per il donatore: in questo caso la donatrice dopo sole 48 ore dall’intervento è tornata a casa in ottime condizioni”.
“L’AOU di Modena è oggi – ha aggiunto Il Sindaco di Modena e Presidente della CTSS Giancarlo Muzzarelli – prima in Regione per donazioni e trapianti di fegato nel campo dei donatori a cuore non battente, e grazie all’introduzione del robot nel prelievo di rene a scopo di trapianto da donatore vivente offre oggi una nuova opportunità ai tanti pazienti in attesa. L’unificazione tra Policlinico e Baggiovara in seno all’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, fortemente voluta dalle istituzioni regionali e territoriali, è la base di questa organizzazione”.