Ricostruire le vicende modenesi legate alla Prima guerra mondiale attraverso una ricerca sugli archivi storici, fondi bibliografici e fonti documentarie anche fotografiche di enti e istituti culturali del territorio. Da questo progetto, promosso dalla Provincia in collaborazione con gli archivi e biblioteche modenesi in occasione del centenario della guerra, è scaturito il volume “Senza di voi – Storia, immagini e documenti della Grande guerra nel modenese (1915-1918)”, dedicato 7.336 soldati modenesi che persero la vita durante l’evento bellico.
La ricerca sarà presentata mercoledì 25 novembre nel corso di una iniziativa pubblica alle ore 17 nella sala consiliare della Provincia di Modena (viale Martiri della Libertà 34).
Intervengono Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, Giovanna Procacci dell’Università di Modena che dialoga con Andrea Giuntini, docente di Storia economica all’Università di Modena, e Laura Cristina Niero, archivista; conduce Raffaella Manelli della Provincia di Modena; previsti intermezzi recitati dagli attori del progetto “Carissimi padri” di Ert Fondazione.
L’iniziativa mette a disposizione dei ricercatori, docenti e appassionati di storia locale una notevole quantità di materiale documentario, in molti casi sconosciuto, utile per riflettere sull’impatto che la guerra ebbe sul tessuto economico, sociale, politico e istituzionale della città
Nell’introduzione al volume Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena, sottolinea che «ripercorrendo queste vicende è possibile ricostruire un tessuto connettivo che ancora oggi, un secolo dopo e in modo completamente trasformato, tiene assieme una comunità locale e trovare così le radici della nostra, per quanto mutevole nel tempo, identità».
L’indagine ha preso in esame prima di tutto gli archivi storici della Provincia e di tutti i Comuni modenesi, seguiti dalla ricognizione sui fondi documentari dell’Archivio di Stato, Biblioteca estense universitaria, Istituto storico per la Resistenza e la Storia contemporanea, Archivio storico della Fondazione Collegio S.Carlo e Archivio della Società operaia di mutuo soccorso.
La pubblicazione è stata realizzata internamente (grafica e stampa a cura del Centro stampa unificato Comune-Provincia) grazie al lavoro di archivisti e bibliotecari del territorio, utilizzando il materiale conservato presso gli istituti culturali che hanno aderito al progetto.
La ricognizione archivistica e l’elaborazione storico-istituzionale sulle fonti sono state finanziate con le entrate derivanti dalle quote di partecipazione delle 102 biblioteche aderenti alla rete bibliotecaria ed al Polo provinciale del Servizio bibliotecario nazionale.
Anche se era lontana dal fronte e dalle zone di combattimento, Modena subì pesanti conseguenze fin dall’avvio della Grande guerra. Nel 1915 il territorio modenese accolse oltre 30 mila profughi sfollati dalle zone di guerra e nel dicembre del 1917 Modena venne dichiarata in “stato di guerra” ed assunse un ruolo di retrovia. Ma non solo. Come sottolinea Laura Niero, archivista curatrice dell’indagine sugli archivi comunali, «Modena era il punto centrale di congiunzione ferroviaria delle linee del Veneto attraverso Bologna e Verona, dovette fin da subito sostenere il carico del passaggio di truppe e dell’acquartieramento di corpi dell’esercito provvedendo alle loro necessità, adeguare gli spazi urbani al passaggio ed allo stanziamento di truppe e prigionieri ed all’accoglienza di feriti e profughi»
E come sottolinea Andrea Giuntini, docente di Storia economica dell’Università di Modena, che ha collaborato alla realizzazione del volume, «anche nel caso modenese la Grande guerra è una cesura decisiva per la storia della città e della provincia. Gli sconvolgimenti del drammatico conflitto costringono l’intera società modenese a una forte e costante tensione, rappresentando anche in questo contesto locale un punto di rottura».
Dal punto di vista politico l’estensione della giurisdizione militare comportò – come rileva Giuntini «l’entrata dello Stato nelle vita quotidiana dei cittadini, restringendo le libertà individuali, con una svolta anche in ambito sociale rafforzando gli aspetti legati alla tutela del lavoro, alla previdenza e all’assistenza, così come sull’economia».
A Modena nel confronto tra interventisti e neutralisti, comunque meno aspro rispetto ad altre aree del paese, prevalsero le posizioni contrarie all’ingresso in guerra, soprattutto nelle campagne con i socialisti di Nicola Bombacci che nel 1915 promosse una “settimana rossa” contro la guerra. Ostilità alla guerra che aumentò durante le dure fasi del conflitto per culminare nel 1918 nello scioglimento del consiglio comunale di Mirandola con l’accusa di disfattismo.
Con lo scoppio del conflitto i Comuni si trovarono ad affrontare le dure conseguenze sulla popolazione: dalla ricerca emerge, tra l’altro, che tra il 1914 e il 1915 il Comune di Modena vide aumentare le domande di aiuto delle famiglie da 334 a 3.790. Nel 1916 i sussidi riguardavano quasi 16 mila famiglie; si moltiplicarono le associazioni e i comitati di assistenza le donne scoprirono un nuovo protagonismo.
La guerra contribuì allo sviluppo dell’apparato industriale modenese tra cui il proiettificio dell’Ilva a Modena che occupava 2.750 operai o il polverificio Sipe a Spilamberto e spinse gli enti locali a incrementare gli interventi pubblici: a Modena in particolare furono realizzati il mercato bestiame, il potenziamento di acquedotto e fogne fino al completamento dell’opera di abbattimento delle mura cittadine di Modena, anche per offrire una opportunità di impiago ai tanti disoccupati. Lavori furono eseguiti anche a Carpi (macello pubblico) e a Mirandola sull’acquedotto.
Nella ricerca sono riportati i dati anche sul ruolo dell’assistenza sanitaria a Modena, in particolare dell’ospedale S.Agostino che nel 1916 curò oltre 12 mila militari di cui 118 morirono.
Dopo la rotta, inoltre, di Caporetto nel 1917 la provincia modenese ospitò oltre 16 mila profughi di guerra, con diversi problemi di convivenza, sistemati nella chiesa di S.Agostino, al mercato bestiame, all’istituto S.Filippo Neri, alla stazione ferroviaria, scuole, opifici e case disabitate.
E con la fine della guerra arriva l’epidemia della febbre spagnola che colpì oltre 10 mila persone solo nella città di Modena con 378 morti, mentre a Novi morì per l’epidemia oltre il 90 per cento della popolazione.
L’indagine negli archivi comunali: cartoline dal fronte e foto di Modena in guerra
Le ricerche pubblicate nel volume “Senza di voi” riguardano anche gli archivi storici dei Comuni modenesi (Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Carpi, Castelfranco Emilia, Castelvetro, Concordia, Finale Emilia, Fiorano, Formigine, Guiglia, Lama Mocogno, Maranello, Marano, Mirandola, Novi, Pavullo, Ravarino, S.Cesario, S.Possidonio, Sassuolo, Savignano, Serramazzoni, Sestola, Spilamberto, Vignola), alcuni dei quali non compaiono nell’elenco solo perché non conservano documentazione relativa al periodo del primo conflitto mondiale.
Come si legge nelle note metodologiche dell’opera, l’indagine sugli archivi degli enti locali ha consentito di censire anche gli archivi privati conservati caratterizzati da materiale fotografico e memorialistico.
Chiude il volume un’antologia di foto e cartoline tratte dagli archivi e biblioteche: Poletti di Modena, Fondo Tonini, Istituto storico di Modena, Fondi Ponzi e Mattioli, Museo del Combattente, biblioteche comunali di Mirandola, Raccolta Gavioliana, di San Cesario, Fondi Mazzi e Rosi, di Vignola, Fondi Neri e Borsari.
Si tratta di cartoline e fotografie confluite negli archivi a seguito di donazione o deposito da parte di collezionisti, ex combattenti o loro familiari: cartoline corredate dai saluti autografi dei soldati, cartoline satiriche e celebrative, am anche reportage fotografici realizzati da modenesi al fronte, singole foto ricordo dedicate ai familiari e scatti realizzati in ambito locale, a testimonianza del passaggio delle truppe, dell’utilizzo di spazi cittadini e di eventi celebrativi.