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Referendum sì o no? Cavezzo attende il Comitato dei Garanti, ma il dibattito si infiamma

da | Dic 17, 2015 | Cavezzo | 0 commenti

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Il comunicato stampa del Comune. Clicca sull’immagine per ingrandirla

Mentre Cavezzo attende a giorni la decisione del Comitato dei Garanti sulla possibilità o meno di effettuare un referendum sull’ospedale di Mirandola sulla falsariga di quello che, domenica, si è svolto a Mirandola mancando il quorum, un comunicato del Comune, in cui si contesta il ricorso alla consultazione referendaria (“Se maggioranze e opposizioni sono d’accordo, che senso ha?”, si scrive) e si individuano i costi della eventuale referendum, riaccende la polemica.

Replica al comunicato stampa del comune di Cavezzo il gruppo consiliare Rinascita Cavezzese, con un lungo comunicato che tocca punto per punto i rilievi dell’Amministrazione: “Riceviamo oggi tramite gli organi di informazione – scrive Rinascita Cavezzese – una copia del comunicato stampa del Sindaco Lisa Luppi riguardo alla vicenda del referendum comunale di Cavezzo. Mentre attendiamo il risultato del Comitato dei Garanti – posto che sarà difficile per loro contestare un quesito che già è stato accettato in un Comune limitrofo per lo stesso tema e con le stesse modalità – e la partenza del tanto atteso e ancora non calendarizzato percorso partecipato dell’Unione Comuni Area Nord sul futuro dell’ospedale di Mirandola, leggiamo le perplessità esposte dal Sindaco di Cavezzo come un chiaro tentativo di bloccare la partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa.
Che il Pd sia contrario alla partecipazione dei cittadini, non è certo una novità. Il Documento Unico di Programmazione che presenta le linee programmatiche della Giunta Luppi fino a fine mandato è stato discusso esclusivamente in Consiglio Comunale, senza convocare la cittadinanza né per cogliere le richieste attualmente prioritarie, né per presentare quanto elaborato. La pratica referendaria è stata ferma per ben 4 mesi sulla scrivania del Sindaco e il Comitato referendario locale ha dovuto coinvolgere il Difensore Civico Regionale per ottenere una risposta di fronte all’inerzia dell’Amministrazione comunale – inerzia che come certificato dal Difensore Civico produce danni che potrebbero essere anche risarciti. Il percorso partecipato è ancora fermo e il gruppo consigliare di Uniamoci in Area Nord non ha ancora ricevuto, nonostante le richieste, nemmeno la copia del progetto presentato in Regione. E non da ultimo, la Giunta Luppi ha deciso di alloccare le risorse per il referendum proprio dal tesoretto dei Servizi Sociali, come a dire che se i cittadini si lamentano perché hanno meno fondi a disposizione per il sostegno sociale, è colpa di loro stessi perché hanno chiesto il referendum.
Per quanto ci riguarda, abbiamo votato a favore per poter sostenere il referendum come avremmo votato a favore indipendentemente dalla fonte di finanziamento dal momento che si tratta di permettere ai cittadini di esprimere la loro opinione, uno degli obiettivi primari della nostra linea politica.
Tutto ciò in un panorama in cui ben 8000 mirandolesi hanno deciso di ignorare liberamente l’appello antidemocratico e anticostituzionale del Sindaco Maino Benatti di astenersi dal voto, segno che la partecipazione dei cittadini è diventata ormai una necessità soprattutto di fronte all’arroccarsi del Pd in posizioni che li fanno ormai “più regionalisti della Regione”.
Occorre inoltre ricordare alla cittadinanza cavezzese che, come ha anche confermato l’assessore regionale alla Sanità Venturi a Mirandola il 10 dicembre scorso, sono i Sindaci che mantengono la responsabilità del livello di servizio sanitario di cui necessita il loro territorio, tramite la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria che è composta infatti da tutti i primi
cittadini del territorio provinciale di Modena e che sono i firmatari del PAL. I Sindaci sono quindi i primi responsabili e quelli dell’Area Nord sono il primo caso in Italia, in tutta la
protesta diffusa ovunque sul tema del riordino della rete ospedaliera, di amministrazioni che non si pongono di fianco ai cittadini in questo ambito di primaria importanza.
Rinascita Cavezzese ha sostenuto il Comitato Referendario – pur non facendone parte – per permettere ai cittadini di partecipare alla cosa pubblica. Un metodo politico al quale non si
può più rinunciare per cambiare il destino della Bassa Modenese”.

Non di meno, Sisma.12 interviene nel dibattito, essendo stato il comitato protagonista anche a Mirandola: “Il fatto che noi si rivendichi il diritto alla casa, il diritto alla salute, il diritto di partecipazione alla vita democratica e queste Amministrazioni (Locali o Regionali non fa differenza) sappiano, in merito, fare solo valutazioni di ordine economico,  la dice lunga sulla involuzione di questa classe politica. Se ci fosse stato un reale coinvolgimento dei cittadini nella pianificazione del PAL l’ultimo Ospedale rimasto in Area Nord non verrebbe stravolto secondo logiche che con la salvaguardia della salute nulla hanno a che vedere, le Amministrazioni non avrebbero dovuto raccontare bubbole per tranquillizzare i propri cittadini, il Percorso Partecipato sarebbe stato portato avanti celermente e insieme, con un indubbio vantaggio per territorio, e non ci sarebbe stato bisogno di alcun referendum. Insomma, se queste Amministrazioni non considerassero i cittadini dei soggetti “passivi” cui imporre le decisioni non dovremmo impegnare il nostro tempo per rispondere a comunicati come quello odierno”.

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