“Nella zona di Finale Emilia ci sono almeno una ventina di aziende agricole di grandi dimensioni, che partecipano a progetti di filiera d’eccellenza e che danno lavoro a tante persone, che hanno dovuto annullare i contratti di fornitura con grandi marchi a causa della discarica di Finale Emilia. Parliamo infatti di produzioni certificate che rispondono a disciplinari specifici e molto severi. L’accostamento con l’immagine della discarica è devastante”. Lo dichiara il presidente di Confagricoltura Modena Gianfranco Corradi.
“Se vogliamo tutelare l’agricoltura – aggiunge Corradi – non si può fare una discarica in aree di produzioni d’eccellenza. Il progetto di ampliamento della discarica di Finale Emilia impatta in maniera inaccettabile sull’agricoltura, che in quella zona concentra molte produzioni certificate. Senza contare il rischio idrogeologico: se il 18 novembre la rottura dell’argine del cavo diversivo fosse avvenuta dalla parte opposta la vecchia discarica sarebbe andata in ‘ammollo’ e ci saremmo trovati i rifiuti per le campagne. Fermo restando che grazie alla pronta risposta del consorzio di Burana si è comunque evitato il peggio”.