E’ diventata un caso nazionale la triste storia di Giuseppe Scannavini, pensionato 83enne originario di Mortizzuolo di Mirandola, che è morto nel container in cui viveva prima di rivedere la sua casa ricostruita. “Quella casa – scrive ad esempio il Tg di Mediaset – dalla quale è dovuto fuggire dopo il terremoto del 2012, ma tra promesse mancate e cavilli burocratici ha aspettato invano per mesi. Un cancro fulminante se l’è portato via qualche settimana fa, in un container di fortuna nel quale era stato “parcheggiato” con la sua famiglia”. Ora, a difendere quel sogno restano il figlio 42enne e la moglie 71enne Ivana, che non perdona: “Si è ammalato per il dolore”.
“Papà si è ammalato per i tanti dispiaceri – dice il Mauro a ‘La Gazzetta di Modena’ – il suo unico desiderio era rientrare in casa insieme a mia madre, invece la malattia ce l’ha portato via in poco più di un mese. I miei genitori hanno fatto gli agricoltori per una vita, ma una volta andati in pensione, avevano chiuso la partita iva. Cosa che però in Comune non risulta, così per un cavillo ci viene negato di usufruire dei 72mila euro a cui avremmo diritto per sistemare in parte la casa. Una cifra che comunque non risolverebbe il problema, perché servirebbero in tutto 130mila euro. Come facciamo anche solo a pensare di rientrare in casa nostra con uno stipendio da operaio come il mio, aggiungiamo pure i 400 euro al mese di pensione di mia madre, se non riusciamo ad ottenere nemmeno quei soldi che ci spettano? Ormai siamo rassegnati”.
“Il dolore – aggiunge la moglie – lo ha fatto ammalare e morire. E come se non bastasse, pochi giorni dopo il suo funerale, i ladri mi hanno saccheggiato il container”.