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“Dalla fusione Hera-Aimag nessun beneficio per il territorio”

da | Feb 4, 2016 | Medolla, Cavezzo, San Prospero, Bomporto, Bastiglia | 0 commenti

“La fusione di AImag con Hera non si trova alcuna ragione o logica oggettiva, anzi, solo controindicazioni e svantaggi per territorio, utenza e lavoratori dell’azienda”. E’ quanto ritiene il Movimento 5 Stelle di Bomporto e Bastiglia, che in una nota commenta quanto prospettato l’altra sera al consiglio comunale congiunto dei comuni di Bastiglia, Bomporto, San Prospero, Medolla e Cavezzo. Qui sono state presentate le manifestazioni di interesse per entrare nel capitale sociale di Aimag, azienda municipalizzata partecipata dell’area nord modenese, che gestisce i servizi essenziali come il ciclo idrico integrato, i rifiuti, ambientali, attualmente controllata per il 65% dai Comuni della Bassa modenese e mantovana.

“Un questo consiglio, che si sarebbe dovuto tenere già da tempo, non si è fatto altro che illustrare le sette manifestazioni di interesse pervenute – esordiscono i pentastellati – Il consulente della società PricewaterhouseCoppers Spa si è limitato a presentare i soggetti che hanno inoltrato la manifestazione, spiegandone la natura dell’offerta di ingresso nel capitale, analizzando caso per caso. Anzitutto ci chiediamo come mai una società che opera in centinaia di paesi nel mondo con la collaborazione di numerosissimi professionisti e che offre servizi professionali nell’ambito dei financial services, energia, utilities non sia riuscita ad entrare nel merito di quesiti pseudo-tecnici fatte durante questa e le altre precedenti sedute (nel nostro caso, li hanno voluto farli andare via prima, perche dovevano tornare a Milano!). Inoltre hanno cercato di convincerci che “tutte e 7 le manifestazioni garantiscono il controllo pubblico del Gruppo”, quando anche lo spettatore più inesperto si è accorto che la proposta di Hera (acquisto del 51% e/o fusione conseguente) annienterà qualsiasi possibilità di controllo dei comuni, unici soggetti pubblici a poter fornire un indirizzo strategico funzionale, e già oggi sminuiti con l’attuale governance. Non dimentichiamo che la PricewaterhouseCoppers percepisce per questa operazione 200 mila euro (soldi pubblici, cioè nostri) e offre consulenza anche per lo stesso soggetto sopra citato. La tesi che Aimag non sia “abbastanza grande” e solida finanziariamente per affrontare l’imminente gara del gas ha già portato i sindaci a fare scelte sbagliate già nel 2009, permettendo l’ingresso di Hera nel suo capitale sociale (25%), per un tozzo di pane. Teoria assolutamente incosistente e priva di fondamenti tecnico-finanziari.

Oggi, a nostro modesto avviso, ci pare che si voglia usare lo stesso pretesto – prosegue la nota –  per arrivare a decretare la fusione di AImag con Hera, anche se non si trova alcuna ragione o logica oggettiva, anzi, solo controindicazioni e svantaggi per territorio, utenza e lavoratori dell’azienda. Tutta la platea si è chiesta dove siano finiti i benefici che questa partnership decisa non si da dove, doveva portare. Tutti sappiamo che gli utenti di Hera (Istituzioni e cittadini) hanno un rapporto ben diverso da quello che attualmente abbiamo noi della bassa modenese e mantovana con Aimag.

Poi le perplessità sulla proposta di Tea, dove evidenziamo la sua avversione per le gestioni in House (Aziende di Servizi di proprietà dei Comuni) e non capiamo perché chieda di acquisire almeno il 26% delle azioni di Aimag, sono numerose. Anche questa proposta porterebbe i comuni a perdere il controllo della società, vedendo il 51% spartito tra Hera a Tea in mancanza dell’uscita della prima.

IL mantra che gira tra gli esponenti del PD e delle amministrazioni da loro controllate, è che “Aimag così com’è, non può restare”. Da dove viene questa pseudo-certezza? Perché noi dovremmo essere così aperti a valutare degli scenari se dall’altra parte non si accetta di valutare lo scenario base di qualsiasi analisi, ossia o l’opzione zero, o una governance che permetta il mantenimento ed il rafforzamento del controllo pubblico?

Una cosa è da comprendere: il valore di Aimag dovrebbe indurre a guardare bene alla sostanza delle offerte per il bene dei cittadini e delle amministrazioni che la partecipano. Questo non si può tradurre in un unico consiglio allargato a piu comuni, offrendo soli 5 minuti a gruppo, anziché  – chiude il Movimento 5 Stelle Bomporto e Bastiglia – fare 5 consigli comunali in cui ogni consigliere avrebbe potuto avere più minuti a disposizione di intervenire. La parvenza ad aprirsi alla partecipazione non deve essere la scusa per fare un frullato di democrazia”.

 

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