“Spett.le Redazione,
Sono 600 i lavoratori interinali che da circa tre anni grazie ai fondi della struttura commissariale supportano Regione, Comuni e Prefettura nella gestione della fase post emergenziale e nell’erogazione di contributi per la ricostruzione post sisma.
Consapevoli dell’importanza della loro opera i lavoratori hanno trascorso i primi anni della loro esperienza in modo davvero terrificante in relazione alle durate molto esigue delle loro missioni presso gli enti (pochi mesi) e nell’ansiosa attesa dei rinnovi comunicati solo all’ultimo giorno.
Intanto trascorreva il tempo e la loro opera diventava sempre più importante ed indispensabile per garantire il buon funzionamento degli enti e la rinascita dei territori terremotati.
C’era da imparare ad utilizzare nuove tecnologie, da applicare nuove norme in continua evoluzione, da definire nuove procedure e i lavoratori imperterriti hanno proseguito nella loro opera con passione e professionalità.
Con l’anno 2015 in concomitanza dello stanziamento di incentivi per la stipula di contratti di lavoro a tempo indeterminato molti vengono stabilizzati dall’agenzia interinale di riferimento (240 in gennaio e altri 200 in ottobre) .
Purtroppo però, pur considerando l’attuale far west del mondo del lavoro, tale stabilizzazione più che rassicurare i lavoratori li ha messo davanti ad una dura realtà:
- ciò che è diventato stabile è esclusivamente la precarietà del loro impiego e non ne è mancata prova in questi mesi che hanno già registrato più casi di cessazioni o riduzioni di orario di persone già stabilizzate.
I 600 lavoratori oggi rappresentano una parte importante del funzionamento della macchina amministrativa anche in termini numerici infatti su alcuni comuni, soprattutto i più colpiti dal sisma, la loro presenza si aggira intorno al 30% del personale complessivo con picchi in alcuni servizi all’80% e la loro opera pur incentrandosi ovviamente sulla problematiche di ricostruzione spazia senza soluzione di continuità in tutti i settori.
Intanto, mentre già ci si chiede come poter procedere ad una riduzione del cratere alcuni enti coinvolti continuano a bandire concorsi e selezioni, a tempo determinato e non, senza tener in alcun modo conto delle professionalità ed esperienza già acquisite dei lavoratori dell’area sisma.
I lavoratori impiegati presso le amministrazioni pubbliche nell’opera di ricostruzione chiedono maggiore sensibilità nei loro confronti da parte delle istituzioni e della società civile al fine di poter spergiurare il proseguirsi dell’attuale condizione di lavoratore “usa e getta”.
Invitano quindi i rappresentanti delle istituzioni coinvolte nel processo di ricostruzione ad attuare politiche di responsabilità sociale al fine di:
- fare in modo che qualsiasi nuova assunzione futura alle dirette dipendenze della pubblica amministrazione tenga in considerazione della loro attività presso gli enti pubblici;
- evitare il più possibile l’ulteriore moltiplicarsi delle situazioni di precariato.
Entusiasti nel portare avanti la loro indispensabile opera nei territori colpiti dagli eventi sismici, al fine di proseguire celermente l’opera di ricostruzione, auspicano un’altrettanto celere attenzione da parte degli attori coinvolti (struttura commissariale, regioni, comuni e prefetture) nei confronti delle problematiche esposte.