MIRANDOLA, CAVEZZO E CONCORDIA, FINALE EMILIA, CAMPOSANTO, SAN POSSIDONIO, SAN PROSPERO E SAN FELICE – C’è ancora fermento all’interno dell’Unione Comuni Area Nord ed è ancora dibattito tra Giunta e Consiglio: l’ipotesi di uscita di Mirandola dall’Unione, ciò che i social hanno già ribattezzato Mirandolexit – sembra aver risvegliato “vecchi dissapori” e continua a scuotere un assetto politico già in bilico.
Dopo che il deputato della Lega di Mirandola Guglielmo Golinelli ha lanciato il sasso, parlando di “un ente azzoppato, più un peso che un beneficio”, da cui uscire è visto come “inevitabile”, abbiamo cominciato a raccogliere un po’ di pareri. Nel centrosinistra si sale già sulle barricate, come dimostrano i primi commenti da casa Pd. Nel centrodestra, invece, ci sono dei distinguo.
Si, perchè se il sindaco di San Felice Michele Goldoni sceglie di trincerarsi dietro ad un laconico “no comment”, probabile volontà di non sbilanciarsi troppo presto su un tema così delicato, il primo cittadino di Finale Sandro Palazzi prende posizione. E preferisce toni più liberali e concilianti per figurare il clima delle ultime settimane sottolineando “le sensibilità diverse dei singoli sindaci e le attuali diversità di vedute” all’interno dell’Unione.
Palazzi conferma che Mirandola è sicuramente argomento di grande attualità all’interno della giunta e alimenta forti controversie ma ci tiene a specificare che nessuna decisione concreta è stata ancora presa.
“Sono emerse posizioni contrastanti che richiedono una riflessione sulla strada da intraprendere” – ha commentato Palazzi- “Mirandola crede sia controproducente restare nell’Ucman, mettendo sicuramente in discussione la linea adottata fino ad ora”.
Alla richiesta, quindi, di una conferma o di una smentita del “divorzio” imminente di Mirandola dall’Unione, il sindaco finalese risponde categorico: “No, non mi sento di confermare. Posso solo assicurare che la questione ha tutta la nostra attenzione”.
E’ consapevole, Palazzi, del corrente “terremoto politico” fomentato dalle intenzioni diametralmente opposte di giunta e consiglio, prospettive che hanno cambiato irrimediabilmente l’assetto politico dell’ente sovracomunale.
“I comuni più piccoli hanno tutte le prerogative per restare all’interno dell’Unione – spiega il sindaco – Mirandola, al contrario, crede sia dannoso, mettendo in discussione una linea che un tempo era monocolore e che oggi è caratterizzata da opinioni contrastanti”.
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