La Regione Emilia-Romagna ha da poco varato la legge regionale 27/2016 riguardante l’organizzazione degli esercizi farmaceutici, che prevede la possibilità, per le farmacie, di erogare anche servizi estetici e sanitari. “La Regione – dichiara in una nota Luana Franzoni, Presidente CNA Benessere e Sanità – lascia alla farmacie la possibilità di esercitare attività sanitarie e di estetica in modo non coerente con la disciplina a cui sono sottoposti gli altri operatori di questi settori”. Una possibilità, secondo CNA Benessere e Sanità espressa in modo troppo vago. “Di fatto – sottolinea Franzoni – la legge non chiarisce a sufficienza le modalità di esercizio delle attività sanitarie e dell’artigianato di servizio che le farmacie potranno erogare”.
“C’è la possibilità – continua Franzoni – che le farmacie agiscono al di fuori del quadro regolamentare richiamato dalla norma regionale, erogando nei medesimi spazi sia servizi sanitari che estetici, senza rispettare l’esclusività degli ambienti ad uso sanitario. Tra l’altro, non viene previsto alcun regime sanzionatorio in merito”.
Non solo. CNA, sul territorio regionale, ha registrato l’erogazione di prestazioni di estetica da parte delle farmacie anche senza la presenza dell’estetista o del Responsabile Tecnico, mentre in altri casi, queste figure erano presenti solo per il tempo di erogazione della prestazione stessa e non per il periodo di apertura dell’esercizio, come richiesto a tutti i centri di estetica.
Cosa chiede ora CNA alla Regione per riequilibrare questo diverso trattamento? “Chiediamo che la Regione provveda alla tempestiva emanazione di linee guida, per garantire le medesime condizioni operative vigenti per le imprese anche alle farmacie” continua la presidente CNA Benessere e Sanità “Precisando le modalità di erogazione valide per i centri di estetica si potrà evitare la penalizzazione di tante piccole imprese artigiane del settore”.
“Abbiamo condiviso l’attenzione da parte delle Amministrazioni locali e della Regione verso il contrasto all’esercizio abusivo di attività artigiane e sanitarie – conclude Luana Franzoni – e contro l’illegalità in genere. Per questo, ci aspettiamo che anche nella redazione dei provvedimenti regionali di specifiche attività si faccia il massimo sforzo per non favorire situazioni irregolari e abusive, tali da costituire una concorrenza sleale nei confronti delle imprese presenti sul territorio”.
CNA, da parte sua, superato un ragionevole periodo di adeguamento a quanto previsto dal provvedimento regionale, auspicando che i titolari di farmacia provvedano a regolarizzare la propria posizione, procederà a segnalare ogni condizione riscontrata come irregolare o abusiva, per ripristinare un livello di correttezza tra i competitors sul mercato di riferimento, sia esso quello della sanità privata che quello dell’artigianato di servizio.