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Marian Lugli (Fi): “Domenica si vota per un referendum importante e giusto”

da | Apr 14, 2016 | Mirandola | 0 commenti

Domenica prossimo siamo chiamati al voto per dare la nostra opinione sul quesito referendario che riguarda le concessioni di trivellazioni, e interviene sulla questione il consigliere comunale Marian Lugli di Forza Italia Mirandola che spiega in che consiste il referendum e quale sarà il suo voto. Ecco la nota di Lugli.

 

“Il referendum non riguarda la possibilità di fare nuove trivellazioni marine, che al momento in Italia sono permesse quasi esclusivamente oltre le 12 miglia marine e sono regolate in maniera simile ad altri paesi europei. Il referendum riguarda invece un aspetto tecnico di una legge che se cambiata non avrà un impatto particolarmente significativo sulle politiche energetiche nazionali. I cittadini sono chiamati a decidere se le piattaforme che si trovano entro 12 miglia dalla costa possono o meno continuare a estrarre idrocarburi fino a che i giacimenti saranno attivi, o se dovranno chiudere quando scadranno le loro concessioni (cioè entro i prossimi vent’anni). Anche se nelle ultime settimane il referendum ha assunto una rilevanza più ampia rispetto al quesito, assumendo un più generico messaggio politico ambientalista o di opposizione al governo, i sostenitori del no e del sì si sono spesso scontrati, anche sui social network, sugli aspetti tecnici e a volte piuttosto cavillosi posti dal quesito.

La questione principale è se le “trivelle” c’entrino davvero qualcosa con il quesito su cui gli italiani si esprimeranno il prossimo 17 aprile. In Italia ci sono centinaia di questi pozzi e decine di piattaforme ancora operative (ogni piattaforma, infatti, può estrarre da più di un pozzo). Nel dibattito di questi giorni, “trivella” è spesso divenuto sinonimo di “piattaforma”, ma si tratta di due cose ben distinte e “trivella” è un termine impreciso e sbagliato, soprattutto se usato per descrivere le piattaforme di estrazione, per le quali l’attività di perforazione è soltanto una componente iniziale e limitata della loro attività. Il referendum riguarderà 48 piattaforme eroganti che si trovano entro il limite di 12 miglia dalla costa: eroganti significa che estraggono idrocarburi. Ci sono altre 48 piattaforme che hanno ruoli di supporto alla produzione. Queste 48 piattaforme si trovano all’interno di 44 concessioni, vaste aree di mare nelle quali un’impresa o un consorzio di imprese ha acquistato il diritto a cercare ed estrarre idrocarburi. Per quanto riguarda le nuove perforazioni entro le 12 miglia, probabilmente no.

Il quesito referendario si propone infatti di eliminare una frase specifica all’interno di un articolo di legge: “Per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”, cioè la parte dell’articolo che consente ai concessionari di sfruttare le piattaforme estrattive fino all’esaurimento del giacimento. Il referendum quindi non tocca la complicata materia che abbiamo visto sopra, cioè il fatto che alcune società hanno fatto richiesta di poter effettuare nuove perforazioni prima dell’entrata in vigore della legge che le vietava entro le 12 miglia. In altre parole, molto probabilmente i pozzi di Vega B potranno essere perforati indipendentemente dall’esito del referendum.

La proroga all’attività è stata concessa nel 2012 per 10 anni, quindi anche in caso di vittoria del “sì” la piattaforma potrebbe continuare a estrarre fino al 2022 (sempre che la società non decida di rinunciare alla costruzione). Io ritengo sia importante andare a votare – nello specifico voterò SI per dare un segnale al Governo Renzi e per sottolineare la mia posizione “pro-ambiente” pulito”.

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