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Nicoletta Magnoni (M5S): “L’UCMAN è ancora utile?”

da | Mag 9, 2020 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero | 0 commenti

MIRANDOLA, FINALE, SAN FELICE, CONCORDIA, CAMPOSANTO, CAVEZZO, SAN PROSPERO, MEDOLLA, SAN POSSIDONIO – Continua il dibattito sull’utilità o meno dell’UCMAN, e questa volta le parole arrivano dalla Consigliera Comunale Nicoletta Magnoni del Movimento 5 Stelle. Riportiamo in forma integrale il suo intervento in merito:

Il dibattito non è di poco conto perché coinvolge non solo Mirandola, ma anche tutti i cittadini dell’Area Nord.
L’On. Golinelli afferma che, così come è strutturata, l’Unione è solo un peso per Mirandola. Il rivolgimento politico che è avvenuto con le ultime elezioni comunali ha portato alla luce tutti i difetti di un’unione creata più per ubbidire agli ordini del PD che per un’effettiva volontà dei comuni. I risultati di questa mancanza di coesione si sono visti ai tempi del terremoto: ciascun comune è andato per conto proprio senza alcun coordinamento a livello sovracomunale. Solo la disciplina di partito ha tenuto insieme enti che, essendo tutti amministrati dal PD, dovevano per forza andare nella stessa direzione. Tutti insieme, ma a velocità diverse. Infatti c’è chi ha conferito tutti i servizi all’Unione, come Mirandola e San Prospero e chi ha preferito tenersi la Polizia Municipale come Cavezzo o Finale Emilia.

Ora che i rapporti di forza all’interno dell’UCMAN sono cambiati, emergono i problemi e Mirandola minaccia di andarsene: Mirandolexit.
Piccolo sarà anche bello come dice l’On. Golinelli, ma ne siamo proprio sicuri? Senz’altro Mirandola risparmierebbe qualche decina di migliaia di euro all’anno, ma ne varrebbe la pena? Un comune di 24.000 abitanti come potrebbe difendere i propri interessi di fronte a Carpi o Modena? Come potremmo tutelare il nostro ospedale da un ASL e da una Regione che non aspettano altro che di farci pagare il cambio di orientamento politico?
Se abbiamo a cuore gli interessi non solo dei Mirandolesi, ma anche di tutti i cittadini dell’Area Nord noi amministratori, indipendentemente dal colore politico, dovremmo spingere per arrivare alla fusione dei nove comuni in uno unico, con Mirandola come capoluogo, un sindaco eletto da tutto il territorio e nove vicesindaci a rappresentare gli ex comuni. Questa soluzione ci permetterebbe finalmente di unificare i servizi ed i regolamenti, risparmiare soldi e con 90.000 abitanti avere finalmente una forza efficace nei confronti dei nostri vicini e concorrenti non solo in campo sanitario, ma anche nelle decisioni che riguardano le partecipate come AIMAG.

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