Rivedere il Calendario venatorio regionale perché da quello attuale non sono state escluse le specie pavoncella e moriglione, volatili tutelati da accordi nazionali. A chiederlo, in un’interpellanza alla Giunta regionale, è Giulia Gibertoni (Misto) che, dopo aver ripercorso le normative regionali e statali in materia, chiede se la Regione “intenda rivedere i propri convincimenti espressi nella delibera del 4 maggio 2020, n. 429 recante ‘Calendario venatorio regionale. Stagione 2020-2021’, tenuto conto che questi possono condurre a un danno per il pubblico erario”.
L’autorizzazione al prelievo venatorio di fauna selvatica in violazione delle disposizioni poste a sua tutela – ricostruisce la capogruppo citando alcune sente giurisprudenziali in materia – può comportare un danno erariale del quale possono essere riconosciuti responsabili sia gli estensori degli atti autorizzatori, sia l’organo politico che li ha approvati. Questo – sottolinea la consigliera – perché la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, cioè di ciascun cittadino, che sia egli cacciatore o meno, come stabilito dall’art. 1 della legge 11 febbraio 1992 n. 157, e, pertanto, oltre ad avere un valore in quanto parte di un ecosistema, ha un preciso e determinabile valore economico come singolo esemplare. “Da ciò deriva che l’abbattimento di ogni singolo animale, in violazione di divieto, è foriero di danno erariale di misura pari al valore dell’animale” sottolinea Giulia Gibertoni.