L’impalcatura che ne ricopre la facciata, visuale abituale per tanti cittadini da tempo, tra qualche giorno non denoterà più solamente le tragiche condizioni di un edificio, dopo le ferite inferte dal terremoto del 2012. Ma pure una ripresa dell’attività di recupero. Segnando in questo modo per la Chiesa del Gesù di Mirandola, una nuova fase di lavori, protesi al ritorno dell’edificio – riferimento culturale ed artistico per la città – alla sua bellezza. È infatti in procinto di partire l’intervento per la seconda provvisionale sulla struttura, passaggio obbligato per completare i rilievi necessari alla redazione del progetto di restauro. Il cantiere è stato ufficialmente consegnato ieri mattina (giovedì 14 maggio) da parte dell’Amministrazione Comunale alla ditta aggiudicataria Messori SRL di Correggio (RE), che è pronta a dare seguito a breve ai lavori. Presenti per l’occasione in via Montanari davanti alla chiesa Luca Messori, rappresentante dell’appaltatore;Massimo Renzani dello Studio Paci, Federico Paci progettista dei lavori, il RUP del Comune di Mirandola, Laura Fantini, unitamente ai suoi assistenti, Riccardo Spadi e r Laura Barbieri.
In seguito agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012, unitamente alle successive numerose scosse di assestamento, la Chiesa, per i danni subiti, risultava completamente inagibile. Di conseguenza, causa le condizioni di precarietà si rese necessario per la sicurezza un primo intervento, oltre alla rimozione delle macerie all’esterno e delle parti sospese pericolanti. “Il progetto che è stato predisposto per questa ulteriore messa in sicurezza della struttura – spiega l’assessora alla Qualità urbana e Ricostruzione nonché vice sindaca Letizia Budri – intende assicurare le strutture e gli elementi architettonici della Chiesa, attuando il ripristino della funzionalità delle strutture esistenti e introducendo nuovi presidi, sia internamente che esternamente. Questo è necessario per poter completare i rilievi interni e dar corso al progetto di restauro di questo gioiello barocco-gesuitico. La prima operazione che verrà eseguita sarà il ripristino di ponteggi e puntellamenti sia interni che esterni e il rinforzo dei presidi di sicurezza delle aperture. Poi si interverrà per assicurare la copertura, dato il crollo di una porzione di questa a causa del cinematismo di rotazione del timpano. Al fine di mettere in sicurezza le zone interne della Chiesa si eseguirà lo smontaggio dell’attuale manto di copertura e la sua sostituzione con uno provvisorio in lamiera grecata, che rimarrà installato per il periodo necessario ai lavori. Questa operazione permetterà di alleggerire la copertura, di proteggere le strutture dai fenomeni atmosferici, di eliminare gli elementi pericolanti presenti in copertura e assolverà anche alla funzione di piano di calpestio in quota sicuro per le future operazioni di consolidamento dell’edificio.”
“Una volta messa in sicurezza la copertura – prosegue Budri – sarà quindi possibile procedere alla fase successiva, consistente nella rimozione, catalogazione e stiva delle macerie interne. Inizialmente verrà definita un’area sicura al centro della navata principale per la rimozione delle macerie; successivamente verranno realizzati dei ponti di protezione al fine di lavorare senza pericoli sotto gli archi dell’aula dell’abside per la rimozione degli elementi instabili. Una volta eseguite queste operazioni, si potranno rimuovere le macerie all’interno dell’area sicura. Si procederà in seguito con la pulizia e la sanificazione degli ambienti interni. Completata la rimozione delle macerie a terra – conclude l’assessora – si provvederà al completamento del solaio provvisorio su tutta l’area del pavimento della chiesa, comprensiva delle cappelle laterali e si attueranno le operazioni per la messa in sicurezza delle parti instabili.”
La chiesa del Gesù, perla dell’arte barocca emiliana, fu edificata nel XVII secolo per volere di Alessandro I Pico, per celebrare la propria investitura a Duca della Mirandola. Nel 1690 la chiesa fu assegnata ai Padri della Compagnia del Gesù, cari alla famiglia Pico, fino al 1773, anno della loro soppressione; in seguito la chiesa fu affidata prima ai Padri delle scuole Pie e poi alla Congregazione di Carità. In epoca contemporanea la Chiesa rimane un importante luogo di culto e di identità culturale ed artistica per la città. Il suo interno, fino al sisma 2012, ha custodito mirabili esempi delle scuole di intaglio ligneo e di scagliola locali.