E’ una notizia che com’è ovvio, ha acceso la polemica: la richiesta alle biblioteche da parte delle case editrici di togliere i video con le letture per bambini ha portato discussioni e opposizioni parte di genitori che hanno protestato in modo acceso o sconfortato per questa richiesta, anche se bisogna ricordare che per legge è vietata la riproduzione di libri in forma integrale in qualsiasi forma.
Ma la riproduzione di contenuti e il rimbalzo degli stessi sui social ha delle conseguenze anche sugli autori e su chi, quelle opere, fatica a scriverle e a produrle. Abbiamo quindi chiesto a un autore Rizzoli, Simone Tempia, di dire la sua sull’argomento, che per tutto il periodo della pandemia è stato tra gli scrittori più attivi sui social e ha avuto modo di riflettere anche sulla situazione che si è creata a causa della pandemia. Riportiamo la sua opinione:
A mio avviso, durante il periodo del lockdown c’è stato un problema di diseducazione alla fruizione dei contenuti: un po’ per cavalcare la situazione a livello promozionale un po’ perché erano richiesti contenuti per beneficienza, il risultato è stato che è un po’ passato il concetto che la produzione di contenuti di qualunque genere (racconto, romanzo, video, curatela e così via) di fatto non necessiti di pagamento: ovvero, “tanto lo scrittore scrive a prescindere, quindi può scrivere anche gratis”.
Questa è una diseducazione al valore della produzione, non tanto al rispetto della figura dell’artista, ma al valore in sé di racconti, romanzi e altri prodotti dell’ingegno: “se leggo gratis, significa che il pezzo non è valutato economicamente, perché in futuro dovrei pagarti se scrivi queste cose con tale facilità?”.
Il secondo punto è che oggi l’ipotesi “leggi l’anteprima poi paga il resto” è molto più repulsivo al “non leggere niente e poi paga tutto”, perché sembra una sorta di ricatto morale.
Ci si è spinti oltre e questo ha portato a vedere tutta la produzione artistica come ai limiti dell’hobbismo, quindi io farei un brutale salto indietro, tenendo conto che in tutta questa situazione la produzione massiccia di contenuti ha generato un mare magnum di materiale in cui spesso ci si può perdere. Anche la spinta promozionale che poteva essere prodotta ha provocato un affondamento dalla mole di produzione.La promozione editoriale oggi deve passare anche dalla generosità ma non bisogna far perdere il gusto della persona alla lettura del libro: l’importante è che le persone siano spinte a cercare quella cosa.
Dobbiamo fare i conti con 3 mesi in cui la rete è stata invasa da prodotti e da personaggi di qualunque ambito artistico che hanno di fatto lavorato gratis: per questo bisogna rieducare al valore economico della produzione artistica.
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