La trasmissione in tv il 25 giugno alle ore 21,15. Il progetto realizzato in collaborazione con il Ravenna Festival e il sostegno della Collezione Maramotti. L’idea è di Saul Daniele Ardillo e Simone Giorgi, la composizione originale di Fabio Massimo Capogrosso e filmmaker- montaggio video di Valeria Civardi
La danza, la musica, l’arte visiva, il video. Quattro linguaggi che si incontrano e offrono il proprio contributo ad una creazione “time & site specific”, nata al tempo dell’isolamento, ma diventata via via un cantiere di ricerca articolato e complesso.
E’ la nuova (video)creazione coreografica dal titolo The Other Side, realizzata dalla Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto di Reggio Emilia e dalla la Toscanini di Parma (per la prima volta insieme in un progetto del genere), con il sostegno di Collezione Maramotti di Reggio Emilia e la collaborazione del Ravenna Festival, che verrà trasmessa in prima assoluta su Rai5 giovedì 25 giugno, alle ore 21,15.
L’iniziativa parte dall’esperienza di 1 meter CLOSER, prodotta in aprile e presentata sempre da Rai5 nella Giornata mondiale della danza il 29 aprile scorso.
La nuova videocreazione è affidata al coreografo e danzatore della compagnia Aterballetto Saul Daniele Ardillo, affiancato dal drammaturgo Simone Giorgi, scrittore edito da Einaudi.
La Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto di Reggio Emilia e la Toscanini di Parma hanno lavorato insieme al progetto nei mesi di maggio e giugno 2020, con i danzatori della compagnia e i musicisti della Filarmonica Arturo Toscanini.
Tutto parte da una storia (di Simone Giorgi) di solitudini che si rincorrono da una parte all’altra delle pareti, sul filo di grandi brani di repertorio (Ludwig van Beethoven) o di musiche scritte per l’occasione (da Fabio Massimo Capogrosso). Da qui lo spunto per una ricerca coreografica (di Saul Daniele Ardillo) intorno al corpo di danzatori, che sono isolati da un’epidemia nella primavera del 2020 ma potrebbero esserlo in qualsiasi primavera della loro e nostra vita. Sotto lo sguardo e al ritmo del montaggio di Valeria Civardi. Con le suggestioni di un’opera pittorica di Luisa Rabbia, Love, evocativa e materica al tempo stesso.
“Gigi Cristoforetti, nocchiero dell’Aterballetto in questa tempesta- commenta l’assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, Mauro Felicori-, è stato fra i primi a capire che bisognava reagire all’epidemia. Benché la fisicità collettiva della danza, oltre al problema della vicinanza del pubblico, potesse scoraggiare ogni attività, la Fondazione regionale con sede a Reggio Emilia ha inventato ‘1 meter CLOSER’, facendo danzare insieme artisti lontani chilometri l’uno dall’altro. E ora replica con questo nuovo video, ‘The Other Side’, stavolta frutto della collaborazione con Alberto Triola e la Toscanini, anch’esso trasmesso da Rai5, mai abbastanza elogiata. Cristoforetti ha capito che, quand’anche l’epidemia passasse, limitandosi a recare danni gravissimi e apparisse dunque una parentesi, ancorché dolorosissima, lo spettacolo dal vivo non sarà più quello di prima: perché la questione delle distanze ha aggravato clamorosamente quel rapporto fra teatro e pubblico che era già critico prima del virus, per gli alti costi a fronte del pubblico già limitato; perché gli spazi storici, vanto dell’Italia, già prima dell’epidemia si mostravano problematici per la scrittura contemporanea e da oggi appariranno ancora più angusti e vincolanti di ieri”.
“Occorreranno dunque nuovi spazi- aggiunge l’assessore- e su questo stiamo riflettendo. Ma soprattutto servirà sfruttare con coraggio e inventiva tutte le potenzialità del digitale, come proprio Aterballetto sta cominciando a fare, con nuovi prodotti e nuovi canali di dialogo con il pubblico. Lo spettacolo dal vivo nel digitale non è solo il rispecchiamento, la ripresa video del palcoscenico, ma una vera e propria produzione parallela, con un linguaggio proprio. ‘1 meter CLOSER’ ha dimostrato che, benché solo agli inizi, già si possono immaginare esiti stupefacenti. Segnalo infine quanto sia importante, in questa produzione, la collaborazione fra Fondazione della Danza e Fondazione Toscanini, alle quali si aggiungono anche la Collezione Maramotti di Reggio Emilia e il Ravenna Festival. Le intese fra i principali istituti culturali della regione sono uno dei passaggi per rafforzare il ruolo nazionale ed europeo delle nostre produzioni”.
“Quello con la Toscanini è un dialogo già iniziato, che ci interessa particolarmente- precisa Gigi Cristoforetti, direttore della Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto-. In questo periodo non stiamo facendo quasi nulla di ciò che avevamo previsto. Un disastro dal quale non ci facciamo piegare, e ne approfittiamo per approfondire dimensioni artistiche alle quali teniamo moltissimo, per le quali non c’era mai tempo. La videodanza, in particolare, ci permette di rapportarci con nuovi pubblici e il dialogo interdisciplinare è una delle scommesse più importanti della contemporaneità. Per questo sono particolarmente felice che Ravenna Festival, nostro partner stabile, ci accompagni nel momento in cui dobbiamo rimandare la prima del Don Juan, che era prevista in giugno al Teatro Alighieri di Ravenna, e che anche la Collezione Maramotti sia nostro complice, aggiungendo un linguaggio e un’artista al progetto”.
“L’occasione di collaborare con la Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto è capitata in un momento particolare, anche se l’idea di farlo, a lungo raggio, era già stata avviata mesi prima- afferma Alberto Triola, sovrintendente e direttore artistico de La Toscanini–. Il progetto mette in gioco energie creative in senso stretto. Insieme alla compagnia di danza partecipano tre nostri musicisti e oltre l’omaggio a Beethoven presenta anche la musica di Fabio Massimo Capogrosso, nostro compositore in residenza per questa Stagione, con un’opera appositamente pensata. In tempo di isolamento, la nuova creazione accoglie per poi sprigionare una forte tensione che si trasforma nella tensione armonica di un’anima chiamata a trovare e a trovarsi con tutte le altre voci coinvolte: musicisti, danzatori e pubblico”.
Le parole dei protagonisti
Il coreografo Saul Daniele Ardillo
“Sento che tutti gli artisti coinvolti in questo progetto viaggiano su tanti binari paralleli, ma tutti alla stessa velocità, tutti con la stessa intenzione. Paradossalmente questa situazione di rallentamento, chiusura e isolamento ha creato un effetto contrario: ci ha insegnato a comunicare, quindi ha acuito l’ascolto e l’empatia. È “facile” ma soprattutto divertente insegnare movimenti in videoconferenza, per la gioia di farlo ma anche per la gioia di vedere empatia nel farlo. È proprio come ciò che si racconta sulla cecità: acuisce gli altri sensi”.
Il drammaturgo Simone Giorgi
“Siamo partiti da un’immagine semplice, un muro che separa due stanze. Un muro che separa due persone: due esseri umani in due stanze attigue ma non comunicanti, se non per quello stesso muro che le divide. Due esseri umani vicinissimi eppure irraggiungibili l’uno all’altro. È un’idea che avremmo potuto realizzare in teatro, con un muro a separare due performer. Un’idea che, pensando a un prodotto audiovisivo, anche oggi, con le limitazioni che abbiamo, è realizzabile quasi come se quelle limitazioni non ci fossero, e al contempo proprio in virtù di quelle limitazioni si carica di senso: sono gli occhi dello spettatore a tenere insieme ciò che insieme non è”.
Il compositore Fabio Massimo Capogrosso
“Il percorso coreografico è espresso da momenti di grande smarrimento, alienazione, frustrazione e rabbia causate dall’impossibilità di comunicare e da ultimo, per quanto mi riguarda, prendendo a prestito l’esempio beethoveniano, ho cercato di esprimer l’idea del superamento di questo dolore, attraverso la musica. Così da un linguaggio percussivo e fortemente dissonante passiamo a momenti di maggiore apertura e luminosità”.
A tessere il filo è la filmmaker Valeria Civardi, già autrice insieme a Diego Tortelli di 1 meter CLOSER. I musicisti scelti da La Toscanini per incarnare un incontro tanto virtuale quanto profondo sono Mihaela Costea (violino), Pietro Nappi (violoncello) e Orazio Sciortino (pianoforte). Il repertorio prescelto (oltre la composizione originale) è un omaggio a Ludwig van Beethoven. Anche l’arte visiva diventa protagonista, grazie ad un’opera di proprietà della Collezione Maramotti. È Love un quadro di grandi dimensioni del 2017 di Luisa Rabbia, artista che riflette proprio sulla condizione esistenziale, sulla connessione fra gli esseri umani e l’ambiente che li circonda.onda.